Perché il tè si chiama “chá” in portoghese?

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Perché il tè si chiama "chá" in portoghese?

Prima di cominciare, ti invito a mettere su l’acqua e a prepararti una tazza di tè. Entriamo subito nel mood giusto, perché oggi scoprirai una storia curiosa che forse non conosci.

Il tè portoghese

Il tè: simbolo britannico… ma con radici portoghesi

Quando pensiamo al tè, l’immagine che viene in mente è quella tipica dell’Inghilterra vittoriana: tazzine di porcellana, biscotti e salotti eleganti. Eppure, dietro questa tradizione così “british”, si nasconde una radice linguistica (e culturale) sorprendentemente portoghese.

Tè e portoghesi: pionieri in Oriente

Nel Cinquecento i portoghesi erano i veri signori dei mari: esploratori, commercianti, navigatori instancabili. Furono proprio loro i primi europei a mettere piede in Cina e Giappone, aprendo le rotte commerciali con l’Estremo Oriente.

È da questi contatti che nasce il termine “chá“, parola che i portoghesi adottarono direttamente dal cantonese (Cina meridionale) o dal giapponese (“cha”), portandola in Europa ben prima che il tè diventasse di moda in Inghilterra.

Perché in portoghese si dice “chá”

Nel Cinquecento, i portoghesi, grazie alla loro dominazione marittima, furono tra i primi europei a entrare in contatto con l’Asia, in particolare con la Cina e il Giappone. La parola portoghese “chá” deriva direttamente dal termine “cha” usato in cantonese e giapponese per indicare il tè. Quindi, il termine “chá” è stato importato in Portogallo senza alcuna mediazione, restando fedele alla pronuncia originale.

E gli inglesi? Anche loro devono ringraziare il Portogallo

Il tè arriva in Inghilterra nel XVII secolo grazie a Caterina di Braganza, principessa portoghese che sposò Carlo II d’Inghilterra. Fu lei a introdurre la cultura del tè alla corte inglese, contribuendo alla sua diffusione come bevanda aristocratica. Quindi, senza l’influenza portoghese, il tè potrebbe non essere diventato il simbolo che oggi associamo alla Gran Bretagna.

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Da chá a tea: come cambia la parola

La questione del perché in inglese si dica “tea” invece di “cha” ha a che fare con le rotte commerciali e con i mercanti dell’epoca. Quando gli olandesi, attivi nel commercio con la Cina, iniziarono a trasportare il tè verso l’Europa, utilizzavano una pronuncia derivata dal dialetto della regione di Fujian, nel sud-est della Cina, dove la parola per il tè era “te” (o “tay”). Gli inglesi, che avevano forti legami commerciali con gli olandesi, adottarono questo termine e, quindi, il tè divenne “tea” nella lingua inglese.

In aggiunta a questa spiegazione, esiste una leggenda popolare che sostiene che le casse di tè importato fossero etichettate come “Transporte de Ervas Aromáticas” (Trasporto di Erbe Aromatiche), abbreviato poi in T.E.A.. Anche se questa storia potrebbe essere più una curiosità che una verità storica, è interessante vedere come la parola “tea” si ricolleghi a questo acronimo legato al commercio di spezie e tè.

Curiosità linguistica: chi dice “cha”, chi dice “tea”

Oggi è interessante notare che la differenza tra “cha” e “tea” segue un pattern geografico legato al tipo di commercio.

  • I popoli che commerciavano via mare, come gli olandesi e gli inglesi, usarono la variante “te”.
  • Al contrario, quelli che commerciavano via terra, come i portoghesi, gli spagnoli e i russi, mantennero la forma derivata da “cha”.

Oggi: il tè e la lingua, un lascito storico

In Portogallo, il termine “chá” è rimasto immutato nel tempo, una testimonianza diretta di quel contatto secolare tra culture e rotte commerciali. Il tè, una bevanda che attraversa i secoli, continua a essere popolare sia in Inghilterra che in Portogallo, mostrando come la storia, il commercio e gli scambi linguistici abbiano influito sulla nostra vita quotidiana.

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