Blackout nella Penisola Iberica: rivelata la causa del guasto che ha lasciato milioni di persone senza corrente

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Il 28 aprile 2025, poco dopo mezzogiorno, la Penisola Iberica è sprofondata nel caos: treni bloccati, semafori fuori uso, ascensori fermi e intere città improvvisamente al buio. In un precedente articolo del nostro blog, avevamo già riportato l’eccezionalità del blackout che aveva colpito simultaneamente Portogallo e Spagna, con disagi gravi nelle infrastrutture e nei servizi essenziali. All’epoca, le cause erano ancora ignote. Ora, dopo 49 giorni di indagini, un rapporto tecnico ufficiale ne ha finalmente rivelato l’origine.

Il punto d’innesco dell’interruzione elettrica è stato individuato nella centrale fotovoltaica Núñez de Balboa, situata a Badajoz, in Estremadura, e gestita dalla multinazionale spagnola Iberdrola. Si tratta di uno dei più grandi impianti solari d’Europa, ma quel giorno si è comportato in modo completamente anomalo, dando il via a una serie di reazioni a catena che hanno coinvolto l’intera rete elettrica della Penisola.

Un comportamento anomalo e imprevedibile

Secondo i documenti analizzati dal quotidiano elDiario.es e confermati dal governo spagnolo, la centrale solare ha iniziato a produrre fluttuazioni imprevedibili nella potenza attiva e reattiva. In pochi secondi, la generazione di energia oscillava con un’ampiezza pari al 70% della produzione iniziale, un comportamento più tipico di centrali nucleari o a gas, ma del tutto insolito per un impianto solare.

La prima oscillazione significativa si è verificata alle 12:03. Un secondo picco, alle 12:16, ha coinciso con un aumento improvviso della produzione fino a 350 megawatt. Sebbene in apparenza la rete funzionasse entro i parametri normali, gli esperti ritengono che l’impianto abbia subito un guasto interno o una perdita di controllo, contribuendo al collasso dell’equilibrio elettrico e causando l’interruzione della fornitura della corrente.

Lo scaricabarile tra Iberdrola e REE

Iberdrola, interrogata sull’episodio, ha negato ogni responsabilità, sostenendo di aver rispettato “in modo impeccabile” tutti i protocolli tecnici. Al contrario, l’azienda accusa la REE (Red Eléctrica de España), gestore della rete, di “negligenza e imprudenza”, puntando il dito contro una gestione errata delle riserve tecniche che avrebbero dovuto stabilizzare la rete in caso di emergenza.

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Dal canto suo, la REE ha definito l’evento una “reazione a catena” innescata da un comportamento anomalo della centrale fotovoltaica, difficile da prevedere e gestire in tempo reale. Il governo spagnolo, nel suo rapporto, riconosce una “concorrenza di fattori tecnici e operativi”, senza identificare un singolo colpevole, ma sottolinea comunque la responsabilità della rete nel non aver saputo reagire in modo adeguato.

Cosa cambia ora per le rinnovabili

A seguito del blackout, la CNMC (Comisión Nacional de los Mercados y la Competencia) ha annunciato una modifica immediata al quadro normativo spagnolo: da ora in poi, le centrali rinnovabili, sia solari che eoliche, saranno obbligate a contribuire attivamente al controllo della tensione della rete elettrica, esattamente come gli impianti a fonti fossili. Una misura che mira a evitare il ripetersi di episodi simili in un contesto energetico sempre più dipendente da fonti rinnovabili.

Il Portogallo e il rischio interconnessione

Anche il Portogallo ha risentito pesantemente del blackout, a causa dell’interconnessione con la rete spagnola. L’operatore portoghese REN ha confermato che il sistema nazionale si è disconnesso automaticamente dopo le prime instabilità provenienti dalla rete iberica, ma i danni erano ormai inevitabili. In diverse città portoghesi, si sono registrati disagi nei trasporti, negli ospedali e nei sistemi di comunicazione.

Il blackout ha aperto un dibattito importante anche in Portogallo: fino a che punto è sicuro dipendere dalla rete elettrica spagnola? E le infrastrutture nazionali sono pronte ad affrontare crisi di questo tipo in autonomia?

Energia rinnovabile: non solo benefici

L’incidente dimostra che la transizione energetica verso fonti rinnovabili, pur necessaria e urgente, comporta anche nuove vulnerabilità. Le centrali solari e eoliche, se non adeguatamente integrate nella rete e monitorate in tempo reale, possono diventare punti critici piuttosto che soluzioni. L’episodio di Badajoz è un campanello d’allarme: serve una rete più intelligente, con sistemi di controllo più robusti e protocolli d’intervento più rapidi.

La luce è tornata, ma il blackout del 28 aprile lascia dietro di sé un’ombra lunga fatta di interrogativi, responsabilità e la consapevolezza che anche il sole può, a volte, mandare tutto in tilt.

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