Sciopero generale in Portogallo: Lisbona si ferma l’11 dicembre

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L’11 dicembre il Portogallo si prepara a vivere uno sciopero generale che coinvolgerà tutto il Paese, e non soltanto Lisbona.
La mobilitazione avrà una portata nazionale, con possibili effetti su trasporti, scuole, sanità, pubblica amministrazione e servizi municipali.

La Confederação Geral dos Trabalhadores Portugueses ha consegnato il preavviso necessario per annunciare uno sciopero generale a Lisbona e nel resto del paese.

La decisione nasce dall’assenza di nuove proposte del Governo sulla riforma del lavoro.
Il sindacato ritiene impossibile accettare un pacchetto legislativo che, secondo i rappresentanti, peggiora il mercato del lavoro.
Questa mobilitazione segna un momento decisivo per il dialogo sociale in Portogallo.

Perché è stato convocato lo sciopero

Lo sciopero è stato indetto dai due principali sindacati del Paese:

  • CGTP-IN (Confederação Geral dos Trabalhadores Portugueses)
  • UGT (União Geral de Trabalhadores)

La stampa portoghese sottolinea come questa alleanza tra CGTP e UGT sia un evento raro, poiché le due confederazioni non agivano insieme in una mobilitazione di questa scala da molti anni. La loro unione conferisce allo sciopero dell’11 dicembre un significato politico e simbolico particolarmente forte.

Il motivo della protesta

La protesta nasce dalla volontà dei sindacati di fermare la nuova riforma del Codice del Lavoro proposta dal governo, che prevede modifiche a oltre 100 articoli del Código do Trabalho.

I punti più contestati includono:

Per i sindacati, si tratta di cambiamenti che potrebbero indebolire le tutele dei lavoratori e alterare l’equilibrio tra vita professionale e vita privata. Per questo la mobilitazione dell’11 dicembre rappresenta un momento decisivo nel dibattito sul futuro del lavoro in Portogallo.

Vogliamo ricordarvi che lo sciopero in Portogallo è un diritto del lavoratore. In questo articolo potete trovare diritti e doveri legati allo sciopero in Portogallo.

Perché si sciopera: tutti i motivi in dettaglio

Lo sciopero generale dell’11 dicembre nasce dalla forte opposizione dei sindacati alla riforma del Código do Trabalho, un pacchetto di modifiche molto ampio che interviene su più di 100 articoli e che, secondo CGTP e UGT, rischia di peggiorare in modo significativo le condizioni dei lavoratori.

Uno dei punti più sensibili riguarda la possibilità di semplificare i licenziamenti, in particolare i despedimentos por justa causa (licenziamenti per giusta causa). I sindacati temono che la nuova formulazione renda più facile per le aziende liberarsi dei dipendenti, riducendo le tutele e lasciando maggiore margine di interpretazione al datore di lavoro. Questo aspetto è percepito come un indebolimento della stabilità lavorativa, con conseguenze dirette sulla precarietà.

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Un altro tema molto contestato è l’aumento dell’outsourcing, in portoghese externalização. La riforma dà alle aziende maggiore libertà nell’esternalizzare servizi e mansioni. Secondo i sindacati, questo rischia di trasformare posti di lavoro stabili in incarichi più fragili, spesso caratterizzati da salari inferiori e minori diritti. L’idea è che, ampliando troppo l’outsourcing, si perda il controllo sulla qualità dei rapporti di lavoro e sulla capacità dei contratti collettivi di proteggere i dipendenti.

La riforma introduce anche modifiche sull’organizzazione dell’orario di lavoro, con un’espansione delle cosiddette banche del tempo (banco de horas o banco de tempo). Questo sistema permette di accumulare ore supplementari da compensare più avanti, ma i sindacati lo considerano uno strumento che può essere facilmente usato per forzare i lavoratori a fare più ore senza una vera retribuzione immediata. Inoltre, rende la vita familiare e privata più difficile da gestire, con orari meno prevedibili e maggiore pressione psicologica.

Tra gli aspetti discussi compaiono anche alcune modifiche ai congedi familiari, come la licença de maternidade (congedo di maternità), la licença de paternidade (congedo di paternità) e la dispensa para amamentação (permesso per allattamento). Pur trattandosi di dettagli tecnici, i sindacati temono che la nuova regolamentazione possa rendere questi congedi più complessi da ottenere o gestire, con un impatto negativo sulla conciliazione tra vita professionale e vita privata.

Un punto particolarmente sensibile è il presunto rischio di limitare indirettamente il diritto di sciopero, in portoghese direito à greve. Non si tratta di un divieto esplicito, ma di una serie di misure che potrebbero ridurre l’efficacia delle mobilitazioni, ad esempio ampliando i serviços mínimos (servizi minimi obbligatori) in alcuni settori o consentendo maggiore elasticità alle aziende nel riorganizzare il lavoro in caso di assenze. Per i sindacati si tratta di un segnale pericoloso, che potrebbe scoraggiare le future proteste.

Un’altra area particolarmente criticata è quella della contrattazione collettiva, o contratação coletiva. La riforma darebbe alle aziende più possibilità di derogare ai contratti collettivi e di privilegiare accordi individuali, diminuendo così il potere negoziale dei lavoratori. Questo, secondo le confederazioni, porterebbe a una frammentazione del mercato del lavoro, con condizioni sempre più diverse tra lavoratori dello stesso settore.

Nel complesso, i sindacati considerano il pacchetto lavoro come un intervento che potrebbe aumentare la precariedade (precarietà), indebolire i diritti acquisiti negli ultimi decenni e sbilanciare ulteriormente il rapporto di forza tra aziende e lavoratori.
Alla luce di tutto questo, CGTP e UGT hanno deciso di unire le forze e convocare uno sciopero generale, un evento raro nella storia recente del Portogallo e percepito come necessario per tentare di fermare una riforma giudicata troppo squilibrata.

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Quello che potrebbe succedere l’11 dicembre (che impatto avrà lo sciopero)

Lo sciopero generale dell’11 dicembre potrebbe avere conseguenze visibili in diversi settori della vita quotidiana a Lisbona e nel resto del Paese. L’entità dei disagi dipenderà dall’adesione dei lavoratori, ma si possono già prevedere alcune possibili situazioni.

Trasporti pubblici
Il settore più esposto è solitamente quello dei trasporti. Metropolitane, autobus, treni e traghetti potrebbero operare con orari ridotti, frequenze molto più basse o addirittura subire cancellazioni in alcune fasce orarie. In portoghese si parla di perturbações no serviço (disagi nel servizio) o supressão de carreiras (eliminazione temporanea di alcune linee). Questo significa che viaggiare a Lisbona potrebbe richiedere più tempo del solito o soluzioni alternative, come taxi, TVDE (Uber, Bolt, Free Now) o semplicemente… molta pazienza.

Scuole e settore educativo
Nelle scuole, sia statali sia municipali, potrebbero verificarsi ritardi nell’apertura, riduzione del personale, lezioni sospese o classi accorpate. Gli avvisi ufficiali parlano spesso di funcionamento condicionado (funzionamento limitato) quando la scuola rimane aperta ma non può garantire tutte le attività. Alcuni istituti potrebbero decidere di comunicare ai genitori eventuali chiusure parziali o la necessità di ritirare gli studenti in anticipo.

Pubblica amministrazione e servizi municipali
Gli uffici pubblici – come Lojas do Cidadão (gli sportelli multiservizi), conservatorie, finanze e servizi municipali – potrebbero avere sportelli chiusi o personale ridotto, con tempi di attesa molto più lunghi del normale. Questo può influire sul rilascio di documenti, appuntamenti programmati o pratiche amministrative. Anche i servizi comunali come la raccolta dei rifiuti (recolha do lixo) potrebbero essere rallentati.

Sanità e servizi essenziali
Negli ospedali e nei centri di salute saranno comunque garantiti i cosiddetti serviços mínimos (servizi minimi), cioè tutte le attività obbligatorie per legge: pronto soccorso, cure urgenti e assistenza indispensabile ai pazienti fragili. Tuttavia, visite programmate, esami diagnostici o consulti non urgenti potrebbero subire rinvii o cancellazioni. È possibile che alcuni reparti lavorino con personale ridotto e tempi più lunghi.

Impatto generale nella vita quotidiana
In una giornata di sciopero nazionale, le città possono sembrare più lente, con servizi che non funzionano a pieno regime e una generale sensazione di incertezza. Non è raro che alcune attività commerciali aprano più tardi, che uffici e sportelli esibiscano cartelli come “encerrado devido à greve” (chiuso a causa dello sciopero) e che la mobilità sia più complicata del solito.

Reazioni del Governo

Il governo ha ribadito di essere “aperto al dialogo” con i sindacati, confermando la volontà di trovare un punto di incontro sulla riforma del lavoro. È stato infatti presentato un documento rivisto, che secondo l’esecutivo rappresenta un compromesso equilibrato tra esigenze dei lavoratori e sostenibilità del sistema.
I sindacati, però, considerano le modifiche “insufficienti”, sostenendo che non risolvano i nodi centrali legati alla tutela dei lavoratori e al rischio di una maggiore precarietà.

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Il Primo Ministro Luís Montenegro ha affermato di non vedere reali “motivi per lo sciopero”, invitando le parti a una riflessione responsabile. Secondo il governo, un blocco nazionale dei servizi non sarebbe il modo più costruttivo per affrontare la discussione sul futuro del Código do Trabalho.


Aspetti storici e simbolici

La mobilitazione dell’11 dicembre assume un forte valore simbolico perché vede insieme UGT e CGTP, le due principali confederazioni sindacali del Portogallo. Una convergenza di questo tipo è rara, e di solito avviene solo quando esiste un malcontento davvero trasversale o quando i cambiamenti legislativi minacciano diritti considerati fondamentali.

Questa alleanza ricorda momenti di forte tensione sociale, come il periodo della troika, quando il Paese visse mobilitazioni imponenti contro le misure di austerità. Anche oggi, l’unione tra i due sindacati suggerisce che lo sciopero non è percepito come un semplice dissenso tecnico, ma come un momento politico cruciale per il Paese.

L’azione congiunta può inoltre diventare un test politico per il governo: misurerà la sua capacità di gestire il conflitto sociale, di mostrare flessibilità nei negoziati e di mantenere la fiducia dell’opinione pubblica in un momento in cui la riforma del lavoro è al centro del dibattito.


Risultati attesi

I sindacati puntano a ottenere il ritiro della riforma o, almeno, modifiche significative che garantiscano maggiore protezione per i lavoratori. Le richieste includono una difesa più forte dei contratti stabili, un contrasto alla precarietà, e condizioni che rispettino gli equilibri tra vita privata e orario di lavoro.

Lo sciopero mira anche a esercitare pressione politica sull’esecutivo. Una mobilitazione nazionale può generare un forte costo reputazionale, soprattutto se dovesse paralizzare settori fondamentali come trasporti, sanità o pubblica amministrazione. I sindacati vogliono dimostrare che il malcontento è diffuso e che ignorarlo potrebbe compromettere la stabilità sociale.

Per il futuro sono possibili diversi scenari:
– Se il governo non arretra, potrebbero arrivare nuove mobilitazioni, con scioperi settoriali o altre giornate di protesta nazionale.
– Se invece l’esecutivo accetta di modificare la proposta, la riforma del Código do Trabalho potrebbe subire cambiamenti rilevanti, aprendo una fase di dialogo più costruttivo.

Author

  • Residente a Lisbona dal 2020, laureato in internazionalizzazione delle relazioni commerciali, ha viaggiato moltissimo negli ultimo anni usufruendo di 4 Erasmus universitari, 1 ESC (volontariato all'Estero) e ben 14 progetti di breve durata Erasmus Youth. Dopo aver vissuto in 5 differenti Paesi europei, decide di trasferirsi definitivamente in Portogallo e crea la comunità di Italiani a Lisbona più attiva della città. Punto di contatto e di riferimento per gli expat, vecchi e nuovi, che vivono nella capitale portoghese.

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