TFR in Portogallo: cosa succede quando si viene licenziati o si lascia un lavoro

In Italia, il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è un elemento fondamentale del percorso lavorativo di un dipendente. Si tratta di una liquidazione che si accumula durante il periodo di lavoro e viene corrisposta alla fine del rapporto di lavoro, sia in caso di dimissioni volontarie che di licenziamento. Tuttavia, in Portogallo non esiste un sistema equivalente. Vediamo quindi cosa succede quando si viene licenziati o si decide di lasciare un lavoro.
Indennità di fine rapporto in Portogallo
Anche se in Portogallo non esiste un sistema simile al TFR, i dipendenti hanno comunque diritto ad alcune forme di indennità in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Questi benefici variano a seconda del motivo del termine del rapporto: licenziamento, accordo consensuale o dimissioni volontarie.
1. Licenziamento da parte del datore di lavoro
In caso di licenziamento da parte del datore di lavoro, il dipendente ha diritto a un’indennità di licenziamento, ma l’importo dipende da diversi fattori, come la causa del licenziamento e la durata dell’impiego.
- Licenziamento per giusta causa: Se si viene licenziati per motivi disciplinari (giusta causa), non è prevista alcuna indennità di licenziamento. Questo si applica in caso di gravi violazioni da parte del dipendente o ripetuti inadempimenti.
- Licenziamento collettivo o per estinzione del posto di lavoro: In caso di licenziamento collettivo o eliminazione del posto di lavoro (per motivi economici, strutturali o legati al mercato), l’indennità di licenziamento è calcolata in base allo stipendio e agli anni di servizio.
- L’indennità è generalmente pari a 12 giorni di stipendio per ogni anno di servizio.
- C’è un limite massimo di 12 anni per il calcolo dell’indennità, anche se il dipendente ha lavorato più a lungo.
2. Dimissioni volontarie
Quando si decide di lasciare il lavoro volontariamente, in genere non si ha diritto a nessuna indennità di fine rapporto. Il dipendente deve rispettare i tempi di preavviso, che variano a seconda della durata del servizio:
- Meno di due anni: preavviso minimo di 30 giorni.
- Più di due anni: preavviso minimo di 60 giorni.
Se non si rispetta il periodo di preavviso, il datore di lavoro ha il diritto di trattenere parte dello stipendio o altre spettanze.
Altri diritti alla cessazione del rapporto di lavoro
Indipendentemente dal fatto che si venga licenziati o si rassegnino le dimissioni, si ha diritto a ricevere:
- Pagamento delle ferie non godute: Qualsiasi giorno di ferie accumulato ma non usufruito deve essere pagato dal datore di lavoro.
- Tredicesima: Se la cessazione del rapporto avviene prima del 31 dicembre, si ha diritto alla quota proporzionale della tredicesima annuale.
- Sussidio di disoccupazione: Se si viene licenziati senza giusta causa, si può avere diritto al sussidio di disoccupazione, a condizione di aver maturato i contributi necessari (generalmente almeno 360 giorni di lavoro negli ultimi due anni).
Cosa manca rispetto al TFR?
La principale differenza è che, a differenza del TFR italiano, in Portogallo non esiste un sistema che permetta ai dipendenti di accumulare un fondo durante il loro periodo di lavoro per riceverlo alla fine. Le indennità o i compensi dipendono dalle circostanze del licenziamento, e le dimissioni volontarie non prevedono generalmente alcun beneficio economico. Va comunque ricordato che in Portogallo vengono pagati 14 stipendi.
Il TFR in Portogallo non esiste
Anche se il Portogallo non ha un sistema simile al TFR, offre comunque delle indennità in caso di licenziamento o estinzione del posto di lavoro. Le dimissioni volontarie, invece, non prevedono lo stesso livello di protezione economica, evidenziando le differenze tra i due Paesi. Per chi lavora in Portogallo, è fondamentale conoscere queste distinzioni, soprattutto se si proviene da un sistema come quello italiano.