Souvenir e centri storici: l’invasione dei negozi a Lisbona e Porto

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azulejos feira da ladra piastrelle portoghesi

Negli ultimi anni, le città di Lisbona e Porto hanno visto una rapida espansione di negozi di souvenir.

Questa crescita, spesso incontrollata, solleva dubbi e preoccupazioni, soprattutto riguardo all’impatto sul commercio locale e sulla preservazione dell’autenticità dei centri storici. Vediamo in dettaglio le principali problematiche legate a questo fenomeno.

Proliferazione dei negozi di souvenir

Le strade dei centri storici sono invase da negozi che vendono prodotti standardizzati come calamite, t-shirt e miniature delle attrazioni turistiche locali. Molte di queste attività si trovano una accanto all’altra, creando una forte competizione e omogeneità commerciale.

Impatto sul commercio tradizionale: Questo fenomeno mette in difficoltà i commercianti storici che faticano a sostenere l’aumento degli affitti, portando alla chiusura di attività consolidate.

Preoccupazioni istituzionali

Il sindaco di Porto, Rui Moreira, ha espresso preoccupazione riguardo alla mancata regolamentazione di questo commercio. Chiede maggiori poteri alle amministrazioni locali per gestire meglio la diversità commerciale nei centri urbani e proteggere le attività tradizionali.

Regolamentazione necessaria: Moreira propone che i comuni abbiano competenze simili a quelle dei centri commerciali per evitare che i centri storici diventino aree monotematiche e senza identità.

Il ruolo degli immigrati

Gran parte di questi negozi è gestita da immigrati, che vedono nelle attività di souvenir un’opportunità di stabilizzarsi legalmente in Portogallo. Questi imprenditori spesso affrontano numerose difficoltà, tra cui problemi nel trovare un’abitazione, e in alcuni casi usano gli stessi spazi commerciali come alloggio.

Condizioni di lavoro: Gli immigrati che lavorano in questi negozi sono spesso sottoposti a lunghe ore di lavoro e salari bassi. Nonostante le difficoltà, molti vedono questa come una possibilità di migliorare la propria vita e ottenere la cittadinanza portoghese dopo cinque anni di residenza.

Indagini sulle irregolarità

Le autorità, come la Polizia di Sicurezza Pubblica (PSP) e la Polizia Giudiziaria (PJ), stanno indagando su possibili irregolarità in questi negozi. Sono emerse accuse di sfruttamento degli immigrati e di falsificazione di documenti, come attestati di residenza fittizi. A Lisbona, è stato scoperto un caso in cui un’unica residenza è stata utilizzata per convalidare oltre 1.600 certificati di domicilio.

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Mancanza di licenze e controlli

Un’altra problematica riguarda l’apertura di molti negozi senza le necessarie licenze commerciali. Ciò rende difficile il controllo da parte delle autorità locali, che non riescono a garantire una corretta gestione del commercio e un’adeguata varietà di negozi.

Necessità di monitoraggio: Senza una regolamentazione specifica, i negozi di souvenir continueranno a proliferare, compromettendo ulteriormente l’identità delle città e spingendo fuori i negozi tradizionali.

Conseguenze per i centri storici

Il risultato di questa crescita incontrollata è la progressiva perdita di autenticità dei centri storici. Lisbona e Porto stanno vedendo scomparire il loro patrimonio commerciale tradizionale, sostituito da negozi standardizzati che servono esclusivamente al turismo di massa, svuotando le città della loro essenza.

In conclusione, la proliferazione dei negozi di souvenir solleva questioni non solo economiche, ma anche culturali e sociali. La sfida è trovare un equilibrio tra il mantenimento del commercio locale e l’adattamento al turismo, preservando l’anima autentica di queste città storiche.

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