Lisbona e il problema dell’odore di urina: la cittá puzza davvero di pipì?

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Lisbona e il problema dell’odore di urina: la cittá puzza davvero di pipì?

Abbiamo recentemente ricevuto un messaggio da un lettore che ci ha spinto a riflettere su un tema insolito, ma che tocca la vita quotidiana di chi vive o visita Lisbona. Il lettore si lamentava dell’odore di urina presente in molti quartieri centrali di Lisbona.

Nel nostro blog abbiamo sempre trattato i vari temi legati al Portogallo in maniera obbiettiva senza nascondere al pubblico i lati negativi della vita in Portogallo o a Lisbona. Per questo motivo abbiamo pensato di analizzare anche questo tema.

Il lettore ci scrive così:

Ciao, stato a Lisbona la scorsa settimana.
Sono rimasto scioccato dall’odore persistente di urina che in molti luoghi della città ti aggredisce.
Baixa, Barrio Alto e Alfama.
Ma anche altrove, Marquis de Pombal, Santa Cruz, e pure Parque Nacoes…. Imbarazzante, ha rovinato ogni romanticismo della città, ogni ricordo che avevo e che volevo condividere ai miei cari dalle mie precedenti 4 visite. Homeless che ti importunano mentre aspetti il bus, mentre ricarichi la Navegante alle macchinette, mentre passeggi… Le strade sporche piene di cartacce, il Miradouro di S.ta Luzia un monnezzaio – incomprensibile che venga trascurato in quel modo – sono di Roma, non mi sconvolgo facilmente ma quello che ho visto mi ha reso più indulgente verso la mia città. Ho visto anche cose che mi hanno entusiasmato, non ero mai stato a LX Factory e mi ha molto intrigato.

e ancora

Mah, non discuto che ciascuna città abbia le sue problematiche, ma questa dell’odore di urina ovunque – francamente – non l’ho mai riscontrata. Ed è impressionante sentirla anche in quartieri residenziali e non turistici…. pensavo che voi foste a conoscenza del problema. Approfondendo su blog e forum, risulta che il comune abbia attivato un programma ad hoc per cercare di contrastare questo problema, con utilizzo di solventi chimici ma anche con programmi di sensibilizzazione. La criticità è dovuta in parte alla mancanza di servizi igienici pubblici, in parte alla grande quantità di homeless che poveretti fanno bisogni per strada, alla movida notturna locale e turistica che evidentemente trascura gli effetti di orinare per strada. Sembra anche però che orinare per strada non sia condotta particolarmente censurata, almeno dai lisbonesi.

Il commento mette in luce una percezione diffusa: in molte zone della capitale, non soltanto nei luoghi della movida, si avverte un odore persistente e fastidioso che lascia sorpresi residenti e visitatori. A partire da questa testimonianza abbiamo deciso di approfondire il fenomeno, analizzandone le cause, le normative in vigore e le possibili soluzioni.

Il fenomeno dell’odore di urina a Lisbona

Non vogliamo nasconderci. Il fenomeno esiste anche se forse l’opinione del lettore è un po’ estrema. Il fenomeno è spesso limitato alle aree più affollate della movida e congetturato ai momenti di maggiore affluenza. Si parla quindi del weekend e della stagione estiva.

Non si tratta di un’impressione isolata: il tema dell’odore di urina a Lisbona emerge spesso in forum e blog dedicati alla vita quotidiana in città. A dire il vero poi talvolta alcuni odori sono causati da altri fattori come spiegato precedentemente.

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Su Reddit, ad esempio, un utente descrive la capitale come caratterizzata da

“a characteristic smell of piss in multiple side streets”.

Anche alcune associazioni civiche hanno denunciato la situazione. LPP – Lisboa Para Pessoas – ha definito il problema come una vera e propria emergenza di salute pubblica, dichiarando senza mezzi termini:

“This is a public health problem. The city smells of piss.”

Le zone più colpite coincidono in larga parte con i quartieri della movida notturna, come Baixa, Bairro Alto e Cais do Sodré, ma non mancano segnalazioni anche in aree residenziali, a dimostrazione che il fenomeno è diffuso e non riguarda esclusivamente i flussi turistici.


Normativa e sanzioni a Lisbona

Dal punto di vista legale, la situazione è chiara: urinare in strada è vietato e comporta multe che possono variare dai 150 ai 1.500 euro. Si tratta di una delle sanzioni più alte in Portogallo per questo tipo di infrazione.

Tuttavia, i dati raccontano una realtà ben diversa. Negli ultimi cinque anni, secondo quanto riportato da fonti giornalistiche, a Lisbona sono state registrate soltanto quattro sanzioni in totale. Un numero sorprendentemente basso se confrontato con la frequenza delle segnalazioni da parte di residenti e visitatori.

Le ragioni? Da un lato, le difficoltà operative di cogliere in flagrante chi urina per strada; dall’altro, la preferenza delle autorità per un approccio più educativo che punitivo. A ciò si aggiunge una certa priorità assegnata a problemi considerati più gravi, come il rumore notturno o la gestione del traffico.

Abituarsi all’odore di urina a Lisbona

Molti residenti di Lisbona finiscono col non accorgersi quasi più dell’odore di urina nelle strade, soprattutto nei quartieri della movida o nei vicoli dove il fenomeno è più diffuso. Questo non significa che il problema scompaia, ma che entra in gioco un meccanismo naturale chiamato adattamento sensoriale: il nostro cervello e le cellule olfattive si desensibilizzano agli odori costanti, riducendo gradualmente la percezione del fastidio.

In pratica, ciò che a un visitatore o a chi arriva da poco in città può sembrare intenso e sgradevole, per chi vive lì diventa quasi un sottofondo inevitabile. Anche i residenti più attenti imparano inconsciamente a ignorarlo, concentrandosi su stimoli più rilevanti o su aspetti della vita quotidiana.

Questo fenomeno spiega perché, pur essendo presente in molte strade, l’odore di urina spesso non scatena reazioni immediate tra i cittadini, mentre chi arriva da fuori resta sorpreso o infastidito. Un piccolo effetto collaterale della quotidianità urbana: l’abitudine rende invisibile ciò che è invece un evidente problema di igiene pubblica.

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Infrastrutture disponibili: servizi igienici e orinatoi pubblici

Uno dei nodi centrali del problema è la scarsità di alternative igieniche in città. A Lisbona, i servizi igienici pubblici sono rari e spesso si trovano solo in grandi stazioni, centri commerciali o in aree molto frequentate dai turisti. In alternativa, chi ha un’urgenza deve entrare in un bar o in un ristorante, dove non sempre è possibile accedere ai bagni senza consumare qualcosa.

Quando ci sono, i bagni pubblici a pagamento hanno un costo compreso tra i 0,50 e 1 euro. Generalmente sono presidiati e mantenuti in condizioni accettabili di pulizia, ma la loro distribuzione sul territorio urbano resta molto limitata.

Un altro capitolo riguarda i vecchi urinatoi storici – i cosiddetti pissoirs – che un tempo erano diffusi nelle capitali europee. A Lisbona ne sopravvivono appena tre esemplari: uno nei pressi del Castello di São Jorge, uno nella zona di Poço do Bispo/Marvila e un altro in Praça Viscondessa dos Olivais. Più che strumenti di utilità pubblica, oggi rappresentano curiosità storiche, residui di un’epoca passata. Non sono concepiti per un uso moderno né riescono a rispondere alle necessità attuali di una capitale europea con un forte afflusso turistico.

Confronto con altre città e con la Spagna

Il problema dell’urina negli spazi pubblici non è esclusivo di Lisbona. In Spagna, diverse città si trovano ad affrontare situazioni simili, soprattutto nei centri storici caratterizzati da forte afflusso turistico e vita notturna intensa. Tuttavia, le amministrazioni locali hanno adottato misure più proattive, che spaziano dall’installazione di sanitari pubblici fino a campagne di sensibilizzazione rivolte a residenti e visitatori. Anche se mancano dati puntuali per singole città, il tema è affrontato con maggiore continuità e pragmatismo rispetto alla capitale portoghese.

Ricordiamo che in Spagna è inoltre severamente vietato consumare alcolici all’aperto, cosa che nonostante le molte discussioni sul tema è permessa in Portogallo.

Va detto che inoltre altre zone turistiche del Portogallo affrontano lo stesso problema. Ad Albufeira infatti la situazione è simile e le amministrazioni locali hanno cercato in diversi modi di arginare il fenomeno.

Alcuni esempi internazionali mostrano soluzioni creative e poco costose. A Parigi, ad esempio, è stata utilizzata una speciale vernice anti-urina applicata sui muri di alcune strade del Quartier Latin, zona nota per i bar e la movida. Questa vernice impedisce l’adesione dei liquidi e, al contatto con la superficie, fa rimbalzare gli schizzi sull’incauto trasgressore. Una misura tanto semplice quanto efficace, che ha ridotto significativamente il fenomeno.

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Altre soluzioni pratiche prevedono l’installazione di urinatoi e bagni mobili nelle aree più frequentate della vita notturna, sul modello dei festival musicali. Si tratta di un investimento minimo ma con un impatto immediato, che consente di ridurre il degrado urbano e, allo stesso tempo, tutelare la qualità della vita dei residenti.

La movida notturna e le sue conseguenze

La correlazione tra vita notturna e odore di urina per le strade è evidente. Le aree con maggiore concentrazione di bar e discoteche – come Bairro Alto, Cais do Sodré e Baixa – sono quelle più colpite dal fenomeno.

Uno dei motivi principali è la mancanza di bagni accessibili: molti locali non dispongono di servizi igienici aperti al pubblico, oppure ne vietano l’uso a chi non consuma. A questo si aggiunge la quasi totale assenza di sorveglianza e controlli nelle ore più critiche della notte.

Il risultato è ben visibile la mattina successiva: residui di carta igienica, tamponi e l’odore pungente di urina raccontano senza mezzi termini ciò che è accaduto poche ore prima. Un degrado urbano che diventa parte integrante del risveglio dei residenti.

Non sorprende, quindi, che molte associazioni di quartiere lamentino la scarsa attenzione delle autorità. Secondo i cittadini, polizia e comune tendono a dare priorità ad altre problematiche, come il rumore notturno proveniente dai locali e la lotta allo spaccio di droga mentre la questione dell’urina in strada resta in secondo piano, pur incidendo fortemente sulla qualità della vita quotidiana.

Soluzioni potenziali e buone pratiche

Se il problema è evidente, le possibili soluzioni non mancano. Alcune sono già state sperimentate in altre città europee, altre potrebbero essere introdotte facilmente anche a Lisbona.

Una delle più semplici ed efficaci è l’installazione di bagni pubblici mobili o urinatoi nelle aree più sensibili della movida. Si tratta di strutture economiche, utilizzate con successo in festival e grandi eventi, che permettono di gestire in maniera pratica un flusso di persone altrimenti privo di alternative.

Un’altra idea innovativa è quella della vernice “anti-urina”, adottata come già detto a Parigi, che rende scomodo e imbarazzante urinare sui muri: una soluzione creativa che ha avuto un impatto positivo sulla pulizia delle strade.

A questo si potrebbero aggiungere accordi con bar e locali notturni per garantire l’accesso ai bagni anche a chi non consuma, evitando così che la strada diventi l’unica opzione disponibile.

Sul piano culturale, sarebbero utili campagne di sensibilizzazione rivolte sia ai residenti sia ai turisti, per sottolineare le conseguenze igieniche e civili di un gesto apparentemente banale.

Un maggiore rigore nei controlli e nell’applicazione delle sanzioni potrebbe contribuire a ridurre il fenomeno: non solo punizione, ma un mix di misure preventive ed educative che diano il messaggio chiaro che Lisbona non può accettare il degrado come parte inevitabile della propria identità urbana.

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