La fuga degli infermieri Portoghesi all’Estero: Una crisi di sistema
Negli ultimi anni, il Portogallo sta affrontando una significativa fuga di infermieri verso l’estero. Secondo i dati forniti dall’Ordine degli Infermieri, solo nel 2024 sono stati presentati 1344 richieste di certificati necessari per lavorare all’estero, un numero che continua ad aumentare ogni anno. Dal 2010 al 2024, il totale delle richieste ha superato i 29 mila, con una media impressionante di quattro richieste al giorno, evidenziando una tendenza ormai radicata.
Le ragioni della fuga
Le cause di questo fenomeno sono ben radicate nel contesto economico e professionale del settore sanitario portoghese. Salari bassi, scarse opportunità di avanzamento di carriera e condizioni di lavoro insoddisfacenti sono le principali ragioni che spingono gli infermieri a cercare opportunità migliori all’estero. Questa fuga non riguarda solo i giovani laureati, che spesso si trovano a dover affrontare la frustrazione di un sistema che non offre loro prospettive, ma anche professionisti più esperti, con anni di servizio alle spalle, che vedono nel trasferimento all’estero un’opportunità per ottenere il riconoscimento professionale e condizioni lavorative migliori.
Tra le destinazioni preferite dagli infermieri portoghesi, figurano principalmente Svizzera, Spagna, Francia, Belgio e Regno Unito, paesi che offrono condizioni salariali e opportunità di carriera più vantaggiose. Tuttavia, anche paesi fuori dall’Europa, come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, stanno diventando mete sempre più ambite, grazie a pacchetti di lavoro che includono stipendi elevati, incentivi economici e condizioni di vita favorevoli.
Un fenomeno in crescita e difficile da monitorare
Sebbene l’Ordine degli Infermieri raccolga dati sulle richieste di certificati per l’esercizio all’estero, non è in grado di monitorare esattamente quanti infermieri abbiano effettivamente lasciato il paese e si siano stabiliti all’estero. Infatti, solo coloro che comunicano direttamente all’Ordine la loro emigrazione forniscono dati ufficiali, rendendo complesso un tracciamento preciso del fenomeno. Tuttavia, un indicatore significativo è l’aumento delle richieste per il riconoscimento delle qualifiche professionali in paesi europei come Belgio, Francia, Irlanda e Lussemburgo, che testimoniano l’intenzione di stabilirsi a lungo termine in queste destinazioni.
Le conseguenze sul Sistema Sanitario Nazionale
Il continuo esodo di infermieri all’estero sta avendo un impatto diretto sulla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale (SNS) portoghese. Secondo il presidente dell’Ordine degli Infermieri, Luís Barreira, la mancanza di competitività del settore in termini di retribuzione e condizioni di lavoro è una delle principali cause che stanno portando al deterioramento del sistema sanitario. Attualmente, in Portogallo, si stima che manchino circa 14 mila infermieri, una carenza che sta mettendo sotto pressione gli ospedali e le strutture sanitarie, con un aumento dei carichi di lavoro per i professionisti rimasti e un impatto negativo sulla qualità dell’assistenza ai pazienti.
Barreira ha inoltre avvertito che, senza un intervento strutturale urgente, il SNS potrebbe non essere più in grado di garantire servizi sanitari di qualità a lungo termine. Le conseguenze di questa fuga di cervelli non si limitano solo alla mancanza di personale, ma si riflettono anche sull’aumento della pressione su chi resta, costretto a lavorare con risorse insufficienti e in condizioni spesso stressanti.
Quali soluzioni per fermare l’esodo?
La situazione richiede un intervento politico urgente. Il governo portoghese deve riconoscere che il problema della fuga degli infermieri non può essere risolto solo con misure temporanee. È necessaria una revisione strutturale delle politiche salariali, un miglioramento delle condizioni di lavoro e maggiori opportunità di crescita professionale per gli infermieri. Solo così sarà possibile rendere più attraente lavorare in Portogallo e trattenere i professionisti nel paese.
Una possibile misura saranno gli sgravi fiscali per i giovani recentemente approvati ma questo potrebbe non bastare.
Inoltre, occorre investire in politiche di retention che permettano agli infermieri di vedere nel SNS una carriera stabile e gratificante. Questo potrebbe includere incentivi finanziari, miglioramenti nelle infrastrutture sanitarie e la creazione di percorsi chiari per lo sviluppo professionale. Alcuni esperti suggeriscono anche la possibilità di creare partnership con altri paesi europei per scambi temporanei, che permettano agli infermieri di acquisire esperienza all’estero senza dover abbandonare definitivamente il paese.
Conclusione
La fuga degli infermieri portoghesi rappresenta una crisi di sistema che necessita di una risposta immediata e incisiva. Il continuo esodo di professionisti verso l’estero rischia di compromettere seriamente la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale, con conseguenze dirette sulla salute della popolazione. Senza un piano di intervento strutturale, la situazione potrebbe peggiorare, rendendo sempre più difficile garantire cure adeguate ai cittadini portoghesi e aggravando ulteriormente le condizioni di lavoro di chi resta.
Il governo ha ora la responsabilità di affrontare questa sfida con serietà, ascoltando le richieste degli infermieri e investendo nelle risorse umane necessarie per mantenere un sistema sanitario forte e sostenibile.