E se Madeira fosse stata Atlantide?

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E se Madeira Fosse l'Atlantide descritta da Platone

L’idea può sembrare azzardata, ma affascina da secoli studiosi, scrittori e sognatori. Il mito di Atlantide, così come raccontato da Platone nei dialoghi Timeo e Crizia, narra di una civiltà avanzata, tecnologicamente e culturalmente superiore, situata oltre le Colonne d’Ercole – cioè lo Stretto di Gibilterra.

Questo popolo fiorente sarebbe poi sprofondato in un solo giorno e una notte, inghiottito da un cataclisma che ne cancellò ogni traccia.

Nel corso dei secoli, le ipotesi sulla reale posizione di Atlantide si sono moltiplicate: dai fondali del Mediterraneo alle gelide coste dell’Antartide, passando per le Azzorre, le Canarie, e persino i Caraibi. Ma tra tutte, una delle teorie più suggestive – e meno conosciute – è quella che punta il dito verso Madeira, l’isola vulcanica portoghese che emerge dall’Oceano Atlantico come un frammento di terra misterioso e solitario.

Potrebbe davvero Madeira essere ciò che resta di Atlantide?

In questo articolo esploriamo le tesi a favore e contro, tra geologia, mito e immaginazione.

Il mito di Atlantide

Tutto ha inizio con Platone, il primo a parlare di Atlantide nei suoi dialoghi Timeo e Crizia, scritti intorno al IV secolo a.C. Secondo il filosofo greco, Atlantide era una potenza navale straordinaria, situata “oltre le Colonne d’Ercole”, quindi fuori dal Mediterraneo, in pieno Oceano Atlantico. Era una civiltà avanzata, ricca di risorse naturali, dotata di una struttura urbana complessa con canali concentrici, templi monumentali e tecnologie sorprendenti per l’epoca.

Dialoghi di timeo e crizia Platone atlantide

Platone ne descrive anche la fine: un’improvvisa catastrofe naturale – probabilmente un terremoto o un’inondazione – avrebbe causato il suo sprofondamento in mare, facendo sparire ogni traccia dell’isola in “un solo giorno e una sola notte”.


Madeira: geografia e storia

L’arcipelago di Madeira, oggi territorio portoghese, si trova in mezzo all’Oceano Atlantico, a circa 600 km dalle coste marocchine e a nord delle Canarie. È composto da isole di origine vulcanica, emerse milioni di anni fa da una dorsale sottomarina. Madeira presenta una geografia montuosa, un clima subtropicale e una natura lussureggiante, che le hanno valso il soprannome di “perla dell’Atlantico”.

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Tuttavia, nonostante il fascino e l’isolamento che alimentano il mistero, non esistono prove archeologiche che indichino la presenza di una civiltà megalitica o avanzata nell’antichità. Prima dell’arrivo dei portoghesi nel XV secolo, l’isola sembra essere stata disabitata, il che rende difficile collegarla direttamente alla descrizione di Platone. Ma il dibattito resta aperto.

Teorie a favore dell’identificazione di Madeira con Atlantide

L’idea che Madeira possa essere ciò che resta della leggendaria Atlantide non è nuova, e nel tempo ha attirato l’attenzione di pensatori, scrittori e ricercatori. Tra i primi a suggerirlo ci fu persino Voltaire, che ipotizzò che l’isola potesse essere un frammento sopravvissuto della civiltà perduta descritta da Platone.

Uno dei principali sostenitori moderni fu Ignatius Donnelly, autore del celebre Atlantis: The Antediluvian World (1882). Donnelly indicò Madeira come possibile candidata in base a rilievi batimetrici dell’Atlantico, che mostrano l’esistenza di una dorsale sommersa tra le isole e il continente europeo, interpretata come ciò che resta di una massa continentale sprofondata.

Anche altri autori e ricercatori, come Enrico Alberto d’Albertis, Pierre Mille e la scrittrice portoghese Maria Lamas, hanno avanzato l’ipotesi che Madeira o il suo arcipelago possano avere un legame con Atlantide, affascinati dalla posizione geografica e dall’aura misteriosa che circonda le isole.


Argomentazioni contrarie all’identificazione

Nonostante il fascino della teoria, gli elementi contrari all’identificazione di Madeira con Atlantide sono numerosi e solidi. Anzitutto, non esistono prove che l’isola sia mai stata parte di un’isola più grande o di un continente sommerso, né che fosse collegata fisicamente alle Canarie o alle Azzorre.

Inoltre, sull’isola non sono mai stati rinvenuti resti di una civiltà megalitica o tecnologicamente avanzata, come quella descritta da Platone. Gli studi archeologici indicano che prima dell’arrivo dei portoghesi nel XV secolo, l’isola fosse disabitata.

Un’altra discrepanza fondamentale è che Madeira non è sommersa, mentre Platone afferma chiaramente che Atlantide venne inghiottita dal mare. Infine, manca un dettaglio importante: Platone parla di fiumi navigabili e di un’ampia pianura coltivata, elementi del tutto assenti nel paesaggio montuoso e scosceso di Madeira.

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Confronto con altre ipotesi atlantiche

Madeira non è l’unica candidata proposta per ospitare i resti della leggendaria Atlantide. Le vicine Azzorre e Canarie sono spesso citate tra le ipotesi più plausibili, soprattutto per la loro posizione “oltre le Colonne d’Ercole”. Tuttavia, gli studi geologici dimostrano che queste isole, come Madeira, sono emerse dal mare a causa di attività vulcanica, piuttosto che essere sprofondate, come richiede la narrazione platonica.

Altre teorie più speculative collocano Atlantide in luoghi molto lontani dal contesto originale: nel Mediterraneo (Santorini o Creta), nei Caraibi (Cuba o Bahamas), o addirittura in Antartide. Queste ipotesi, pur stimolanti dal punto di vista immaginativo, mancano di prove concrete e spesso si fondano su parallelismi forzati o interpretazioni simboliche.

Eppure, nonostante l’assenza di evidenze definitive, il mito di Atlantide continua ad affascinare, forse proprio perché mescola sapientemente archeologia, leggenda e mistero. Madeira, con il suo isolamento, la sua bellezza naturale e la sua posizione strategica nell’Atlantico, resta una candidata suggestiva: non per ciò che si trova sotto la sua superficie, ma per ciò che rappresenta nell’immaginario collettivo.

Un’isola reale che somiglia, almeno nell’atmosfera, a un luogo che forse non è mai esistito, ma che tutti desiderano ritrovare.

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