Un figlio di nome Erasmus: un viaggio tra Italia e Portogallo

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Un figlio di nome Erasmus film

Nel nostro blog abbiamo già avuto modo di esplorare serie e film italiani ambientati in Portogallo, e oggi vogliamo parlarvi di una commedia che porta il paese lusitano al centro della sua trama: Un figlio di nome Erasmus.

Diretto da Alberto Ferrari nel 2020, il film racconta di un gruppo di amici che, a distanza di vent’anni, si ritrovano a Lisboa per affrontare una serie di eventi sorprendenti legati a un misterioso figlio lasciato in eredità da una loro vecchia conoscenza. Il Portogallo gioca un ruolo fondamentale nella storia, diventando non solo lo sfondo di parte delle avventure dei protagonisti, ma anche un elemento chiave per il loro percorso di crescita personale.

La trama del film e il ruolo del Portogallo

Un figlio di nome Erasmus segue le vicende di quattro amici che si ritrovano a distanza di vent’anni per partecipare ai funerali di una loro vecchia conoscenza, Amalia, con cui avevano condiviso un’esperienza di Erasmus in Portogallo nel 1999. La trama ruota attorno al misterioso legame tra i protagonisti e il figlio ventenne che Amalia ha lasciato loro in eredità, senza rivelare chi fosse il padre.

Per scoprire la verità, i quattro amici intraprendono un viaggio verso Lisbona, dove il test del DNA li aiuterà a svelare i segreti del passato. Il Portogallo, dunque, diventa il punto di connessione tra il loro passato giovanile, il progetto Erasmus, e il presente, segnato dalle scelte di vita che hanno preso nel frattempo. Il viaggio, che si snoda tra Italia e Portogallo, è un ritorno alle radici e ai ricordi di un’epoca spensierata, ma anche un’opportunità per affrontare i conflitti e i segreti che hanno segnato il loro percorso.

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Il cast del film

  • Luca Bizzarri nel ruolo di Ascanio
  • Paolo Kessisoglu nel ruolo di Jacopo
  • Ricky Memphis nel ruolo di Pietro
  • Daniele Liotti nel ruolo di Enrico
  • Carol Alt nel ruolo di Alexandra
  • Valentina Corti nel ruolo di Diletta
  • Filipa Pinto nel ruolo di Alice
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Il film è stato distribuito da Eagle Pictures e ha una durata di 107 minuti.

Chi è Filipa Pinto?

Mentre gli altri attori sono noti al pubblico italiano l’attrice che interpreta il ruolo della figlia di Amalia non è molto famosa. Filipa Pinto è un’attrice portoghese nata il 7 aprile 1995 a Lisbona. È conosciuta per la sua partecipazione a diverse serie TV e film, tra cui “Amar Demais” (2020), dove ha interpretato il ruolo di Constança Goulart, “L’uomo che uccise Don Chisciotte” (2018), dove ha recitato come False Angelica, e “Un figlio di nome Erasmus” (2020), dove ha interpretato il ruolo di Alice. Ha inoltre recitato in molte altre serie popolari in Portogallo come “Prisioneira” e “Queridos Papás”.

Lisbona come ambientazione

La città di Lisbona gioca un ruolo fondamentale nel film, diventando non solo lo sfondo delle scene più significative, ma anche una sorta di protagonista che incarna l’evoluzione dei personaggi. I luoghi iconici di Lisbona, come il faro e la spiaggia, sono presenti in diverse sequenze, aggiungendo un’atmosfera romantica e nostalgica al viaggio dei protagonisti. La città, con i suoi vicoli stretti, le piazze storiche e la vista sul mare, diventa il simbolo di un tempo che non ritorna e di un passato che, purtroppo, si è perso nel corso degli anni.

L’integrazione dei luoghi tipici di Lisbona nelle riprese non è solo un elemento scenografico, ma riflette anche il forte legame tra i protagonisti e la città, che li aiuta a confrontarsi con i propri ricordi e le scelte di vita. In questo modo, Lisbona non è solo il teatro degli eventi, ma contribuisce attivamente a dare un senso di riflessione e crescita al film.

Il tema dell’Erasmus in Portogallo

L’esperienza dell’Erasmus è centrale nel film Un figlio di nome Erasmus, dove rappresenta non solo un capitolo importante della vita dei protagonisti, ma anche un punto di contatto con il passato e un simbolo di crescita personale. I quattro amici, Ascanio, Jacopo, Enrico e Pietro, si erano conosciuti proprio durante un progetto Erasmus in Portogallo nel 1999, un’opportunità che ha segnato profondamente il loro cammino e che continua a influenzarli anche vent’anni dopo. Il programma Erasmus, che offre agli studenti europei l’opportunità di studiare e vivere in un altro Paese, è stato un trampolino di lancio per un’esperienza interculturale che, per molti, rappresenta un momento di apertura, di apprendimento e di cambiamento.

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Il Portogallo è diventato una destinazione molto popolare per gli studenti Erasmus grazie alla sua accoglienza, alla cultura vivace e ai paesaggi mozzafiato, che offrono un ambiente ideale per l’apprendimento e la socializzazione. La scelta di questo Paese come sfondo per le vicende dei protagonisti sottolinea l’importanza che il Portogallo ha avuto nelle loro vite e come il passato dell’Erasmus continui a influenzare il loro presente.

Le riprese in Portogallo

La produzione di Un figlio di nome Erasmus ha scelto di girare molte delle scene cruciali proprio in Portogallo, con particolare attenzione alla città di Lisbona e ai suoi splendidi dintorni. Le riprese catturano in modo affascinante i paesaggi e le atmosfere tipiche del Paese, contribuendo a creare una connessione visiva con le esperienze vissute dai protagonisti.

La Lisboa del film è un luogo che non solo incornicia la trama, ma ne amplifica il significato, con i suoi scenari mozzafiato che vanno dai vicoli storici del centro città alle distese di sabbia sulla costa, simbolo di un’epoca passata e di una ricerca di verità. Le atmosfere di Lisboa, tra il fascino della sua architettura e il calore della sua gente, diventano un elemento narrativo che celebra la bellezza del Portogallo, mentre il film esplora la vita dei protagonisti e la loro evoluzione nel tempo. Le riprese, infatti, non solo raccontano una storia, ma celebrano anche il Paese, facendone parte integrante della trama e dell’emozione che essa trasmette.

Portogallo come luogo di rinascita

Nel film Un figlio di nome Erasmus, il Portogallo non è solo una location geografica, ma diventa il simbolo di una rinascita per i protagonisti. Dopo vent’anni, i quattro amici tornano in questa terra che ha segnato il loro passato, per affrontare non solo il mistero del figlio di Amalia, ma anche il proprio cammino personale.

Il Portogallo rappresenta per loro un luogo dove confrontarsi con le proprie scelte, rivedere il passato e cercare un nuovo equilibrio nelle loro vite. La terra portoghese diventa così il teatro ideale per il processo di crescita, cambiamento e riconciliazione interiore. Le atmosfere del Paese, dal paesaggio mozzafiato della spiaggia al simbolismo del faro, rappresentano anche la speranza di illuminare le ombre del passato e di abbracciare un futuro più autentico.

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Ogni angolo del Portogallo si carica di significato, diventando un punto di svolta per i personaggi, che, attraverso le esperienze vissute durante il loro ritorno, trovano finalmente una nuova serenità.

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