Molti portoghesi hanno bisogno di un secondo lavoro
Il numero di portoghesi che si trovano costretti a svolgere un secondo lavoro o addirittura un terzo ha raggiunto un record di almeno 251.100 persone, il valore più alto almeno dal 2011. La maggior parte di loro sono laureati.
In un anno in cui la disoccupazione è tornata a crescere, invertendo la tendenza al ribasso iniziata nel 2021, il numero di lavoratori nel paese che accumulavano due o più lavori è arrivato a 251.100, il valore più alto almeno dal 2011, secondo quanto riportato venerdì dall’Expresso.
Secondo i dati diffusi questa settimana dall’Istituto Nazionale di Statistica (INE), lo scorso anno altre 16.200 persone (un aumento del 7% rispetto al 2022) hanno sentito la necessità di trovare un secondo lavoro come fonte di reddito aggiuntiva.
La maggior parte dei lavoratori (141.900) che avevano due lavori avevano una laurea, con un aumento del 5,6% in questo segmento. Altri 55.800 avevano il diploma di scuola superiore e 53.300 avevano il diploma di scuola media. Tuttavia, è tra i lavoratori con il terzo ciclo della scuola media che il doppio impiego è aumentato di più rispetto al 2022 (10,8%).
Il numero di persone impiegate è aumentato lo scorso anno rispetto all’anno precedente e ha raggiunto il valore più alto dal 2011. Nel 2023, c’erano 4.978.500 persone impiegate, il 2% (97.100) in più rispetto al 2022.
Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica analizzati dal settimanale, il tasso di disoccupazione nazionale si è aggravato, ma si è mantenuto al di sotto delle previsioni del governo. Nell’anno scorso, il tasso di disoccupazione si è attestato al 6,5%, 0,4 punti percentuali sopra il valore del 2022.
A causa del forte impatto dell’inflazione sui redditi delle famiglie portoghesi, più di 16.000 lavoratori si sono trovati costretti a svolgere una seconda attività professionale nel 2023, portando così il numero di portoghesi con due lavori a 251.100, il numero più alto dal 2011.
Gran parte di questi professionisti aveva una laurea (141.900), seguiti da coloro che avevano il diploma di scuola superiore (55.800) e di scuola media (53.300). Tuttavia, secondo i dati forniti all’Expresso, è stato tra i lavoratori con meno qualifiche (scuola media e terzo ciclo) che il doppio impiego è aumentato di più nel 2023 (10,8%) rispetto al 2022. Seguono i professionisti con il diploma di scuola superiore e post-secondario (6,9%) e quelli con laurea (5,6%).
Anche i contratti precari – come i contratti a termine e le prestazioni di servizi – sono aumentati per la prima volta dal 2019 al 17,4%, 0,9 punti percentuali in più rispetto al 2022.
L’indicatore di sottoutilizzazione del lavoro – che include disoccupati, lavoratori sottoccupati a tempo parziale, inattivi alla ricerca di lavoro ma non disponibili, e inattivi disponibili che non cercano lavoro – è aumentato del 3,3% rispetto al 2022, portando il numero totale a 640.500 persone (+20.300).