La nuova legge sulla violenza ostetrica in Portogallo non apprezzata dai medici

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Negli ultimi anni, il termine violenza ostetrica è emerso con forza nel dibattito pubblico internazionale. Con questa espressione si fa riferimento a una serie di pratiche fisiche, verbali o procedurali messe in atto da professionisti sanitari durante la gravidanza, il parto o il post-parto, che ledono i diritti fondamentali delle donne o delle persone gestanti, provocando danni fisici o psicologici.
La violenza ostetrica si manifesta attraverso interventi medici non consensuali, commenti offensivi, abuso della medicalizzazione e trattamenti che patologizzano processi naturali senza giustificato motivo.
Il fenomeno ha ottenuto riconoscimento a livello internazionale con documenti come la Risoluzione n.º 2306/2019 del Consiglio d’Europa, che richiama gli Stati membri a combattere ogni forma di violenza contro le donne, inclusa quella che avviene nell’ambito ostetrico. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha espresso preoccupazione per le pratiche abusive durante l’assistenza al parto, sottolineando l’importanza del rispetto per la dignità e il consenso informato delle pazienti.
La situazione in Portogallo prima della nuova legge
Prima dell’entrata in vigore della Legge n.º 33/2025, il Portogallo mostrava una realtà complessa e spesso contraddittoria in materia di assistenza ostetrica.
Se da un lato alcuni centri ospedalieri avevano introdotto protocolli più rispettosi dei diritti delle donne, dall’altro continuavano a emergere numerose denunce di maltrattamenti, medicalizzazione eccessiva e carenza di comunicazione tra operatori sanitari e pazienti.
Tra le pratiche più controverse spiccava l’uso sistematico dell’episiotomia, frequentemente praticata senza reale necessità clinica e, in molti casi, senza il previo consenso informato della donna. A ciò si aggiungevano interventi non spiegati, manovre dolorose non necessarie e un generale atteggiamento paternalistico, che minava la capacità decisionale delle partorienti e comprometteva la qualità dell’esperienza del parto.
Dettagli della Legge n.º 33/2025
La Legge n.º 33/2025, approvata il 31 marzo 2025, rappresenta un passo importante nella tutela dei diritti delle donne e delle persone gestanti durante la gravidanza, il parto e il puerperio in Portogallo.
Tra i principali obiettivi del provvedimento figurano la promozione di un’assistenza rispettosa e umana e la prevenzione della violenza ostetrica attraverso misure concrete di informazione e protezione.
Le principali novità introdotte dalla legge includono:
- Obbligo per tutte le strutture sanitarie di esporre in modo visibile materiali informativi sui diritti delle donne in gravidanza e durante il parto.
- Creazione della Commissione Multidisciplinare per i Diritti nella Gravidanza e nel Parto, un organismo incaricato di monitorare l’applicazione della legge e proporre ulteriori misure di tutela.
- Sanzioni specifiche per l’utilizzo ingiustificato di pratiche mediche controverse, come l’episiotomia eseguita di routine senza necessità clinica documentata.
Reazioni e critiche da parte della comunità medica
La reazione della comunità medica alla nuova normativa non si è fatta attendere.
L’Ordine dei Medici ha espresso forti critiche alla legge, arrivando a chiederne la revoca. In particolare, l’organizzazione ha contestato il processo legislativo, ritenendolo affrettato e privo di un adeguato coinvolgimento dei professionisti sanitari. Inoltre, ha definito alcuni contenuti della legge come “obsoleti” e in contrasto con le buone pratiche cliniche.
Attraverso dichiarazioni riportate da Saúde Online, diversi rappresentanti dell’Ordine hanno manifestato preoccupazione per quella che considerano un’interferenza nell’autonomia decisionale dei medici, criticando anche l’uso del termine “violenza ostetrica”, giudicato troppo generico e stigmatizzante.
Anche altre associazioni professionali e società scientifiche hanno espresso riserve, pur riconoscendo in alcuni casi la necessità di migliorare la qualità dell’assistenza.
Risposta delle associazioni per i diritti delle donne
Di fronte alle critiche della comunità medica, le associazioni per i diritti delle donne hanno difeso con forza la nuova legge.
In particolare, l’Associazione Portoghese per i Diritti della Donna in Gravidanza e Parto (APDMGP) ha ribadito l’importanza di riconoscere e nominare la violenza ostetrica come tale, ritenendo che solo una chiara identificazione del problema possa portare a un cambiamento reale.
L’APDMGP ha inoltre criticato le posizioni espresse dagli ordini professionali, sottolineando come esse rischino di negare le esperienze negative vissute da molte donne durante il percorso nascita.
Implicazioni future e dibattito in corso
La Legge n.º 33/2025 apre ora una fase di profondo cambiamento e di dibattito nel mondo della salute materna in Portogallo.
Tra le principali sfide vi saranno l’adattamento delle pratiche cliniche quotidiane, l’aggiornamento della formazione dei professionisti sanitari e la costruzione di un dialogo più costruttivo tra legislatori, operatori sanitari e associazioni di pazienti.
Non si esclude la possibilità di future modifiche legislative o l’introduzione di iniziative complementari per garantire l’effettiva applicazione dei diritti sanciti dalla nuova normativa e per rafforzare una cultura della nascita rispettosa e centrata sulla persona.