Bordalo II ha messo Lisbona in vendita

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Una nuova installazione dell’artista portoghese scuote la capitale: “Lisbon For Sale” denuncia la crisi abitativa e la gentrificazione selvaggia

Lisbona, 7 agosto 2025 — Una mattina d’estate, uno dei luoghi più iconici e turistici della capitale portoghese, Praça do Comércio, si è trasformato in teatro di una nuova azione artistica firmata Bordalo II. Il celebre artista portoghese, noto per le sue provocazioni visive e sociali, ha installato un grande striscione con la scritta “Lisbon For Sale”, in pieno stile pubblicità immobiliare.

L’opera, apparsa improvvisamente senza preavviso e senza autorizzazione, è stata condivisa direttamente dallo stesso artista sui social network, scatenando rapidamente la reazione dell’opinione pubblica. La frase, secca e diretta, vuole essere una critica contro la crescente mercificazione della città, sempre più sottratta ai residenti e trasformata in un prodotto da vendere al miglior offerente.

Una città in saldo

Negli ultimi anni, Lisbona è diventata uno dei mercati immobiliari più ambiti d’Europa. Complice il boom del turismo, l’arrivo massiccio di nomadi digitali e i controversi visti gold, i prezzi delle case sono aumentati vertiginosamente. Sempre più famiglie sono costrette a lasciare il centro storico, sostituite da appartamenti di lusso e alloggi turistici a breve termine.

L’opera di Bordalo II prende posizione in questo scenario, lanciando un messaggio forte: Lisbona non è in vendita, o almeno non dovrebbe esserlo. La sua arte, ancora una volta, dà voce a un malessere diffuso tra la popolazione locale, spesso esclusa da decisioni politiche ed economiche che trasformano la città in uno spazio di consumo.

Un linguaggio artistico fatto di denuncia

“Lisbon For Sale” è solo l’ultimo capitolo del percorso artistico e civile di Bordalo II. A maggio 2025, l’artista aveva trasformato Praça Duque da Terceira, nel cuore di Cais do Sodré, in un enorme tabellone di Monopoli. L’opera, intitolata Provoc, utilizzava l’estetica del celebre gioco per rappresentare le dinamiche del mercato immobiliare: proprietà in vendita, mutui, ipoteche, banche e perdite.

“Il diritto alla casa, presente nella Costituzione, è ormai alla mercé della fortuna o della sfortuna”, scriveva allora Bordalo II. “Alcuni giocatori scambiano case per hotel, altri ipotecano tutto alle banche, altri ancora sono la banca”.

Un anno prima, nel 2023, aveva fatto discutere l’installazione “Desalojamento Local”, montata al Miradouro de São Pedro de Alcântara: quattro tende da campeggio dipinte come vere e proprie abitazioni, accompagnate da un cartello che recitava: “Vietato, salvo turisti, nomadi digitali e visti gold”. Anche in quel caso, il messaggio era chiaro: l’abitante locale è diventato ospite nella propria città.

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L’arte urbana come atto politico

Bordalo II è diventato una delle voci più influenti dell’arte urbana europea, capace di coniugare impatto visivo, ironia e critica sociale. Le sue opere, spesso costruite con materiali di recupero, riescono a inserirsi nello spazio pubblico con forza e precisione, trasformando piazze e quartieri in spazi di dibattito.

Pur nella loro natura temporanea e non ufficiale, le installazioni dell’artista lasciano un segno duraturo, contribuendo ad alimentare la riflessione collettiva su temi come la sostenibilità, la giustizia sociale, la salvaguardia dell’identità urbana.

Con “Lisbon For Sale”, Bordalo II torna a mettere in discussione il modello di sviluppo urbano che ha segnato Lisbona negli ultimi dieci anni: una città che attrae capitali e turisti, ma che rischia di perdere la propria anima e, soprattutto, i suoi abitanti.

Lisbona, per chi?

La domanda finale resta sospesa, scritta a lettere maiuscole nel cuore della città: Lisbona è in vendita, ma a chi appartiene davvero?

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