Il Velho do Restelo tra pessimismo e lucidità

Ci sono personaggi che vengono ideati per fare parte di una storia e che poi diventano talmente conosciuti da entrare nell’immaginario popolare. In Portogallo, il Velho do Restelo, il vecchio di Restelo è sicuramente uno di questi.
Velho do Restelo: gufo del male o coscienza lucida del Portogallo?
Nel Canto IV di Os Lusíadas, il capolavoro epico di Luís de Camões, un personaggio secondario — un semplice vecchio sulla riva del Tago — interrompe l’entusiasmo nazionale con un discorso che risuona ancora oggi. Il suo nome? Non ne ha. È solo il Velho do Restelo, il “vecchio di Restelo”, il quartiere di Lisbona da cui partirono molte navi verso l’ignoto.
Quello che dice è un atto di accusa nei confronti della smania di conquista, della sete di gloria e della vanità imperiale. Ma cosa rappresenta davvero questa figura? Un pessimista paralizzante, che ostacola il progresso, o un profeta morale, inascoltato allora come oggi?
Dove si trova Restelo?
Il quartiere di Restelo si trova nella zona occidentale di Lisbona, nel freguesia di Belém, a pochi passi dalle rive del fiume Tago. È un’area residenziale tra le più prestigiose della capitale portoghese, nota per i suoi viali alberati, le ville con giardino e la vicinanza a importanti monumenti storici come il Mosteiro dos Jerónimos e la Torre di Belém. Restelo è anche sede di diverse ambasciate, scuole internazionali e istituzioni governative, ed è considerato un quartiere tranquillo e ben collegato, ideale per famiglie e professionisti.
Il contesto letterario: un grido solitario
Nel poema, Vasco da Gama sta per salpare alla conquista delle Indie. È un momento di orgoglio nazionale. Ma tra la folla che acclama, un vecchio alza la voce:
“Ó glória de mandar! Ó vã cobiça / Desta vaidade a quem chamamos Fama!”
Il suo discorso, lungo oltre 30 versi, è uno dei più forti esempi di anticlimax nella letteratura portoghese. Critica il culto della gloria militare, definendo le guerre “pugne injustas, de perigos várias”, e accusa i re di mandare in battaglia migliaia di uomini per capriccio e ambizione.
Visione negativa: il freno del progresso
Per alcuni, il Velho do Restelo rappresenta il tipico conservatore, il reazionario che ha paura del cambiamento e condanna ogni nuova avventura. Il suo è un discorso impregnato di fatalismo, disillusione e sospetto verso il futuro.
Nel lessico popolare portoghese, dire che qualcuno è un “Velho do Restelo” è come dire che è un guastafeste, uno che si lamenta sempre, un lamentoso cronico che non propone soluzioni ma critica tutto.
In questo senso, il personaggio diventa il simbolo di una mentalità stagnante, ostile al rischio, nemica del progresso. Una figura che nella narrazione epica — dove l’azione e l’eroismo dovrebbero dominare — sembra del tutto fuori posto.
Visione profonda: la coscienza dimenticata
Ma c’è anche chi legge il Velho do Restelo in modo opposto. Camões, con la sua finezza poetica, non inserisce quel discorso per caso. Lo fa nel punto di massima esaltazione nazionale, proprio per rompere l’idillio. È una voce fuori dal coro, ma necessaria.
Il vecchio di Restelo rappresenta la coscienza critica di un popolo, la voce scomoda che pone domande fondamentali:
- A cosa serve conquistare il mondo, se perdiamo la nostra umanità?
- Quale gloria può mai giustificare tanta morte, schiavitù e devastazione?
- È davvero la Fama il nostro fine ultimo?
In questa lettura, il Velho do Restelo è un intellettuale solitario, che rifiuta il patriottismo cieco e guarda al futuro con lucidità morale, non con paura.
Un personaggio moderno
Il fascino del Velho do Restelo sta nella sua ambivalenza. È un personaggio del XVI secolo, ma potrebbe essere un giornalista, un attivista o un professore del XXI. È l’amico che ti dice la verità quando nessun altro ha il coraggio di farlo. È la voce fuori dal branco, spesso derisa, ma raramente smentita.
Oggi viene citato quando qualcuno mette in dubbio un progetto faraonico, critica l’euforia per una vittoria effimera, o ricorda i lati oscuri della storia coloniale. Per questo motivo, il Velho do Restelo è ancora attuale. Perché ogni società ha bisogno di una voce che le dica: “Attenzione, potrebbe non finire bene”.
Si tratta quindi di un simbolo di saggezza o di un’icona dell’immobilismo?
Il Velho do Restelo non è né solo un lamentoso cronico, né soltanto un profeta morale. È entrambi. È lo specchio delle nostre paure e delle nostre verità più scomode.
In un’epoca in cui si premia l’ottimismo a tutti i costi, la sua figura ci ricorda che non sempre il dissenso è pessimismo. A volte è solo un atto di coraggio.