Uber e Bolt, il “supplemento” per chi non vuole aspettare: come funziona e perché fa discutere

Negli ultimi mesi molti utenti di Uber e Bolt in Portogallo hanno notato una nuova opzione quando prenotano una corsa: pagare un extra per avere un’auto più rapidamente. Una sorta di “corsia preferenziale” digitale, pensata per chi non può o non vuole attendere, ma che solleva dubbi sulla sua reale utilità e sulla trasparenza delle tariffe.
Quanto costa la priorità?
Nel caso di Uber, la funzione si chiama UberX Priority; su Bolt è semplicemente indicata come “servizio prioritario”. In pratica, l’utente paga un sovrapprezzo per essere abbinato più velocemente a un autista.
Secondo una simulazione pubblicata dal quotidiano Público, per una corsa da 5,38 euro l’opzione prioritaria comportava un aumento di 1,59 euro, pari a un rincaro del 29%.
Chi decide di non pagare può trovarsi ad aspettare anche più di 10 minuti in attesa di un autista. Negli orari di punta l’attesa può anche essere superiore.
Le aziende paragonano il servizio all’imbarco prioritario di una compagnia aerea: chi paga, parte prima.
Ma non tutti la pensano così e le polemiche non sono mancate.
Le critiche delle associazioni
Per l’APTAD (Associação Portuguesa de Transportadores em Automóveis Descaracterizados), si tratta di un espediente per far pagare di più senza ricorrere alla tariffa dinamica, che invece si applicherebbe a tutti gli utenti di una determinata area.
Il presidente dell’associazione, Ivo Miguel Fernandes, sottolinea che la vera causa del problema sta nelle tariffe base troppo basse: molti autisti rifiutano le corse perché non coprono i costi operativi.
Anche la ANM-TVDE (Associação Nacional Movimento TVDE) conferma: il servizio prioritario è un incentivo economico diretto agli autisti per convincerli ad accettare viaggi poco redditizi.
Pochi autisti, più attesa
La scarsità di conducenti è legata sia ai ritardi negli esami dell’IMT, che limitano l’ingresso di nuovi autisti, sia al calo di quelli attivi, che preferiscono selezionare solo le corse più vantaggiose.
Nonostante a luglio il numero di conducenti TVDE in attività sia salito a 38.922 (+4,3% rispetto a febbraio), l’offerta resta insufficiente nei periodi di picco, come l’estate.
Legale, ma contestato
In Portogallo la legge stabilisce che il prezzo finale non possa superare il doppio della tariffa base. Uber e Bolt affermano che l’opzione prioritaria è facoltativa e che i rincari restano ben al di sotto di questo limite.
Le associazioni dei conducenti, però, parlano di segmentazione artificiale del servizio, che non migliorerebbe realmente l’esperienza dell’utente, se non alleggerendogli il portafoglio.
La priorità a pagamento sembra destinata a restare: utile per chi ha fretta, redditizia per le piattaforme, ma decisamente controversa per chi teme un’ulteriore frammentazione del servizio.