La corsa allo spazio e ai fondali marittimi del Portogallo

Negli ultimi anni, il Portogallo si è affermato come protagonista nella nuova era dell’esplorazione spaziale, unendo tecnologia, imprenditorialità e visione strategica. Il lancio del PoSAT-2, un microsatellite sviluppato dall’azienda portoghese LusoSpace, ha segnato un passo decisivo, non solo per le ricerche nello spazio.
A bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX, nel gennaio 2025, il dispositivo di 7 kg è partito dalla California con una missione chiara: rivoluzionare il monitoraggio degli oceani, creando un “Waze per i mari”.
Uno sguardo innovativo sugli oceani
Il PoSAT-2 è il primo di una costellazione di 12 satelliti chiamata ATON, che opererà con i sistemi AIS/VDES (Automatic Identification System e VHF Data Exchange System). Mentre l’AIS è già utilizzato per tracciare le imbarcazioni, identificandone posizione, velocità e rotte, il VDES amplia queste capacità, permettendo comunicazioni bidirezionali, crittografia dei dati e riduzione della congestione delle reti vicino ai porti più trafficati. L’iniziativa promette non solo di ottimizzare la navigazione, ma anche di combattere crimini ambientali come lo sversamento illegale di petrolio e migliorare la sicurezza marittima.
Con un investimento di 15 milioni di euro (di cui 10 finanziati dal Piano di Ripresa e Resilienza), la LusoSpace prevede ricavi di 100 milioni di euro entro il 2031. «Lo spazio non è solo scienza: è un business che genera ricchezza», afferma Ivo Yves Vieira, CEO dell’azienda, sottolineando il potenziale globale di un mercato di dati marittimi stimato in 400 milioni di euro l’anno.
Oltre gli oceani: diversificazione nell’osservazione terrestre
L’ambizione portoghese non si limita ai mari. Il consorzio New Space Portugal, che riunisce 39 entità, sta sviluppando altre tre costellazioni:
- Geosat-HR: satelliti ottici ad alta risoluzione per il telerilevamento terrestre, posizionando il Portogallo tra i maggiori operatori europei del settore.
- Geosat-VHR: due satelliti a altissima risoluzione (oltre 200 kg), in grado di catturare dettagli minuziosi per applicazioni agricole, urbane e ambientali.
- SAR (Radar ad Apertura Sintetica): un satellite per generare immagini in qualsiasi condizione meteorologica, ideale per il monitoraggio di disastri naturali.
La piattaforma Digital Planet, in sviluppo, integrerà dati da fonti multiple, offrendo servizi innovativi per settori come agricoltura, sicurezza e logistica.
Infrastrutture e competenze nazionali
L’ISQ, istituto portoghese, gioca un ruolo cruciale in questo ecosistema, testando satelliti in condizioni estreme (vibrazioni, termovuoto e radiazioni). «Stiamo costruendo competenze dall’ingegneria fino all’operatività dei veicoli spaziali», spiega Paulo Chaves, direttore del dipartimento aeronautico. Recentemente, l’ISQ ha testato AEROS, satellite focalizzato sullo studio degli oceani, e ha investito in attrezzature per satelliti di grandi dimensioni.
Strategia e futuro
L’agenda New Space Portugal, allineata con il Piano di Ripresa e Resilienza, mira a posizionare il paese nella “prima divisione” dell’osservazione terrestre. Oltre a stimolare l’industria aerospaziale, il progetto cerca di attrarre investitori e capitalizzare un mercato globale in crescita. La LusoSpace, ad esempio, sta già esplorando tecnologie di comunicazione laser e realtà aumentata per l’assemblaggio efficiente di satelliti.
Con lanci previsti entro il 2026 e servizi commerciali dal 2027, il Portogallo dimostra che, anche senza una tradizione spaziale, è possibile competere con agilità e innovazione. Come riassume Vieira: «Lo spazio è il futuro, e lo stiamo costruendo ora».