Ho provato a lavorare con Outlier, ecco come è andata

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Qualche mese fa, mi è arrivato un messaggio su LinkedIn che sembrava un po’ sospetto. L’offerta era per un lavoro da remoto con Outlier: completamente flessibile, adattabile ai miei orari, con una paga oraria interessante e da freelancer. Tuttavia, il recruiter non aveva un profilo visitabile, il che mi ha fatto dubitare inizialmente della legittimità della proposta.

Lavorare per Outlier

L’offerta era per lavorare come Ai Trainer per la lingua portoghese (europea, non brasiliana), cosa che ha ulteriormente alimentato i miei dubbi, dato che non mi aspettavo una richiesta così specifica per una lingua che non è la mia lingua madre.

Nonostante le perplessità iniziali, ho deciso di dare un’occhiata all’azienda, Outlier.ai. Ho scoperto che si occupava di diversi progetti di intelligenza artificiale, con un focus particolare sulle lingue, incluso il portoghese europeo.

Esplorando ulteriormente, ho visto che oltre ai progetti in portoghese, Outlier offriva opportunità anche in italiano, la mia lingua madre. Questo mi ha spinto a considerare più seriamente l’idea di candidarmi, soprattutto perché la paga per l’italiano era più alta: 20 dollari all’ora invece dei 15 offerti per il portoghese.

L’idea di poter lavorare da casa, con orari flessibili, e di guadagnare una cifra dignitosa mi ha intrigato. Ho quindi deciso di fare domanda, convinto che questo potesse essere un buon modo per arrotondare e sfruttare le mie competenze linguistiche.

Cosa sappiamo dell’azienda Outlier?

Outlier è una piattaforma che collega esperti in vari settori per contribuire allo sviluppo delle intelligenze artificiali generative più avanzate al mondo. Nonostante non ci siano molte informazioni disponibili sull’azienda, sembra avere sede a San Francisco.

I clienti di Outlier dovrebbero essere piattaforme di AI, anche se non è mai specificato chiaramente quali siano. Probabilmente non si tratta di servizi come ChatGPT, ma di altre piattaforme simili che utilizzano modelli generativi per scopi diversi.

Lavorare per Outlier significa partecipare a una varietà di progetti, che vanno dalla generazione di dati di training nel proprio settore di competenza, per migliorare i modelli, alla valutazione delle performance di questi modelli.

Curiosamente online si trovano un grande numero di aziende con il nome Outlier.

Cosa significa outlier?

Il termine “outlier” in inglese indica un’anomalia, un dato che si discosta significativamente dal resto del gruppo o un elemento che si trova al di fuori dei valori comuni. In ambito statistico o tecnologico, viene usato per indicare un punto che differisce drasticamente dagli altri, non seguendo un andamento previsto. Nel contesto lavorativo, si potrebbe interpretare come una piattaforma o un’opportunità che, sulla carta, sembra fuori dal comune, ma purtroppo nel caso di Outlier.ai questo si traduce più in una mancanza di coerenza piuttosto che in una vera eccezionalità.

Il processo di selezione

Decido di candidarmi per una posizione come Italian Language Expert senza sapere esattamente a cosa mi sarei trovato di fronte nel processo di selezione. Ovviamente, se state leggendo questo articolo, sapete che ho una certa esperienza con la scrittura, ma non sapevo se questa esperienza fosse davvero adeguata per il ruolo per cui mi stavo proponendo.

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Nonostante i dubbi, decido comunque di applicare, invio il mio CV e, con mia sorpresa, vengo selezionato in tempi rapidissimi per la posizione. Il tutto avviene semplicemente inviando il mio CV, senza dover sostenere alcuna intervista.

La registrazione sulla piattaforma

Una volta selezionato, ho dovuto caricare i miei documenti sulla piattaforma. Naturalmente, questo processo ha sollevato alcune preoccupazioni riguardo alla gestione dei dati personali e alla privacy, soprattutto considerando la quantità di informazioni richieste. Tuttavia, essendo un lavoro da freelancer, ho ritenuto che fosse un passaggio legittimo e necessario.

Ho quindi caricato tutte le informazioni richieste e, in poco tempo, ero già pronto per iniziare l’onboarding.

Outlier rispetta la protezione dei dati sensibili?

Non ho avuto modo di verificare direttamente se l’uso dei miei dati da parte di Outlier fosse fraudolento o meno. Tuttavia, la loro informativa sulla privacy menziona che i dati personali possono essere condivisi con affiliati, partner commerciali, clienti e fornitori di servizi terzi, con l’obiettivo di migliorare e promuovere i sistemi di Outlier.

Questo può sollevare alcune preoccupazioni, soprattutto considerando che sul web ci sono segnalazioni riguardo ai potenziali rischi legati all’accesso tramite Gmail, che potrebbe esporre gli utenti a vulnerabilità sulla protezione dei dati. Anche se Outlier dichiara di adottare misure di sicurezza fisiche, tecnologiche e amministrative ragionevoli, la stessa azienda ammette che nessun sistema di trasmissione su Internet è 100% sicuro.

La mancanza di trasparenza sui clienti effettivi, unita all’accesso richiesto a dati sensibili come curriculum, esperienza e certificazioni, richiede una certa fiducia nel loro sistema di protezione, ma senza garanzie assolute.

Il processo di onboarding

Una volta completato l’ingresso nella piattaforma, il processo di onboarding prevede una serie di video che spiegano le funzioni della piattaforma e il modo in cui devono essere svolti i task. Oltre a questo, esistono anche gruppi su Slack dove si può discutere con persone che lavorano su progetti simili. In aggiunta, ci sono dei tutor che offrono meeting live per spiegare meglio come lavorare, mentre tutti gli altri video sono preregistrati.

Dopo aver completato i video dell’onboarding, è necessario superare dei mini test che servono a verificare la comprensione delle procedure. Solo dopo si può accedere ai task di prova, per i quali però la paga è inferiore rispetto ai 20€ pattuiti; nel mio caso ho ricevuto 8€ per questi task iniziali. Inoltre, né i test né i video dell’onboarding sono pagati, nonostante siano obbligatori e a volte piuttosto lunghi. Sebbene alcune parti siano necessarie, altre risultano ripetitive.

Il compito principale consiste nel valutare due risposte date da un’intelligenza artificiale a un prompt, correggendole se necessario secondo i parametri forniti.

Per quanto riguarda il tempo necessario per i task, c’è una discrepanza evidente tra le stime fornite e la realtà. Ad esempio, alcune attività che teoricamente avrebbero dovuto richiedere pochi minuti spesso impiegavano più tempo, soprattutto per via della precisione richiesta e delle linee guida dettagliate. Questo può risultare frustrante, poiché il tempo investito è maggiore rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare.

Ci sono stati anche task particolarmente frustranti, come quelli in cui era necessario comprendere esattamente le sfumature di una risposta data dall’intelligenza artificiale e adattarla alle regole stabilite, che talvolta erano poco chiare o interpretabili. In questi casi, il confronto con altri utenti sui canali Slack o con i tutor è stato utile per ottenere maggiore chiarezza e risolvere i dubbi.

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Aggiungo che i task vanno svolti dal computer. Non è possibile lavorare da altri device.

Il lavoro è difficile?

Il lavoro, sebbene non sia particolarmente difficile, richiede una grande attenzione ai dettagli. Ogni risultato, infatti, viene valutato, e questo aggiunge un livello di precisione necessario per evitare errori. Ad esempio, mi è capitato di valutare contenuti su temi che non erano esattamente di mia competenza, costringendomi a fare delle ricerche per fornire valutazioni accurate. Questo tipo di compiti può richiedere un tempo aggiuntivo, ma è essenziale per garantire che il lavoro rispetti gli standard qualitativi richiesti dalla piattaforma.

Ho guadagnato dei soldi con Outlier?

Le premesse iniziali sembravano davvero invitanti: una paga di 20 dollari l’ora, flessibilità assoluta negli orari, e la possibilità di svolgere il lavoro da casa. Tuttavia, la realtà si è rivelata diversa. I task, infatti, spesso richiedevano più tempo di quanto inizialmente indicato, portando a un tasso orario effettivo molto inferiore a quello promesso, soprattutto considerando il lavoro non pagato, come i training e le valutazioni.

Il processo di onboarding, per esempio, includeva ore di video e test obbligatori non compensati, seguiti da task di prova pagati a una tariffa ridotta rispetto ai 20 euro pattuiti. La frustrazione si amplificava ogni volta che un task veniva saltato senza retribuzione, nonostante il tempo già investito.

Nelle prime settimane sono riuscito a guadagnare qualche centinaio di euro, lavorando nei momenti liberi. Questo mi ha spinto a continuare, sperando di arrotondare il mio stipendio in modo regolare. Tuttavia, dopo aver completato i training, i task sono improvvisamente scomparsi. Ho pensato di aver sbagliato qualche test, ma anche quando ho risposto correttamente a tutte le domande, non sono più stato invitato a completare nuovi task, portando i miei guadagni a fermarsi completamente.

Dopo qualche mese senza ricevere progetti reali, finalmente sono stato invitato a partecipare a un nuovo task legato alla matematica. Tuttavia, essendo passato ormai più di 10 anni dalla mia ultima esperienza diretta con questo tipo di disciplina, ho dovuto desistere. Nonostante l’invito, mi sono reso conto che non avrei potuto completare il lavoro con il livello di precisione richiesto, e quindi ho dovuto rifiutare l’opportunità.

Come funzionano i pagamenti?

La parte più positiva dell’esperienza è sicuramente legata ai pagamenti, che avvengono con cadenza settimanale, generalmente di martedì o mercoledì, e sono sempre stati puntuali. Il metodo di pagamento utilizzato è PayPal, indipendentemente dall’importo, che si tratti di somme rilevanti o anche solo di pochi centesimi.

Tuttavia, è importante notare che l’azienda non si occupa di nessun aspetto fiscale. Una volta ricevuto il pagamento, spetta al freelance decidere come gestire le eventuali dichiarazioni fiscali, lasciando quindi l’intera responsabilità in mano a chi percepisce il compenso.

Il sistema di referral

Outlier.ai offre un sistema di referral che, all’inizio, sembrava davvero promettente. Quando mi sono iscritto, la piattaforma prometteva 200$ per ogni nuovo utente referenziato, a patto che completasse almeno 10 task. Ho invitato alcuni amici, e tutti hanno completato l’onboarding, ma purtroppo nessuno di loro è riuscito a raggiungere il numero richiesto di task.

Successivamente, la policy è cambiata, e il bonus di referral è stato ridotto a 5$, una somma che, seppur minima, non può competere con l’incentivo iniziale.

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Quello che mi ha sorpreso maggiormente è stato vedere come la piattaforma accettasse chiunque avessi proposto, senza prestare particolare attenzione alle competenze o ai titoli accademici. Considerando la mancanza di task, ho trovato curioso che continuassero a reclutare nuovi utenti, anche senza grandi doti di scrittura o esperienza. Questo ha inevitabilmente reso il sistema di referral meno attraente e un po’ frustrante.

Le campagne pubbliciarie

Oltre ai referral tramite piattaforme come LinkedIn, Outlier investe anche in pubblicità, il che risulta a volte insolito per una piattaforma che ha già molti utenti che non ricevono task. Non è raro imbattersi in banner e annunci che invitano nuovi utenti a registrarsi, aumentando così il numero di persone sulla piattaforma, anche se il lavoro disponibile sembra limitato. Questo fa sorgere domande sulla gestione interna e sulla reale necessità di reclutare sempre più lavoratori senza un filtro adeguato, contribuendo al senso di confusione e insoddisfazione tra gli utenti.

Opinioni su Outlier

Aspetti positivi

Nonostante le varie difficoltà, ci sono stati alcuni aspetti positivi durante la mia esperienza con Outlier.ai. La flessibilità del lavoro è stata uno dei principali punti di forza. Poter lavorare nei momenti liberi, come la sera o nei weekend, è stato sicuramente utile. Inoltre, nelle prime settimane, ho effettivamente guadagnato una somma discreta, accumulando qualche centinaio di dollari, che è stato un incentivo iniziale non indifferente.

Alcuni task sono stati abbastanza semplici e immediati da completare, soprattutto quelli che rientravano nelle mie competenze. Nei momenti in cui sono riuscito a ottenere incarichi, il processo si è dimostrato abbastanza chiaro e organizzato, rendendo il lavoro fluido.

Aspetti negativi

Tuttavia, il rovescio della medaglia è stato rappresentato dalle pratiche di assunzione e gestione dei progetti, che spesso sono apparse opache. Dopo il completamento di alcuni task non pagati e l’onboarding, mi sono ritrovato senza progetti per lunghi periodi di tempo, senza una spiegazione chiara o possibilità di migliorare le mie prestazioni. La mancanza di comunicazione è stata frustrante, soprattutto quando sono stato rimosso dai progetti senza preavviso o feedback.

Un altro aspetto che ha sollevato qualche perplessità è stata la richiesta di dati personali durante la fase di onboarding, con poca chiarezza su come questi venissero gestiti. La mancanza di trasparenza nelle assegnazioni dei progetti e nelle valutazioni ha lasciato spazio a molte domande, spesso senza risposte.

Lezioni imparate

L’esperienza con Outlier.ai non è stata completamente deludente, ma ovviamente principalmente a causa della discrepanza tra le promesse fatte all’inizio e la realtà del lavoro nemmeno davvero positiva. Sebbene ci fossero degli aspetti positivi, come la flessibilità e i primi guadagni, nel complesso la mancanza di trasparenza, i pagamenti non chiari, e l’inattività prolungata hanno reso l’esperienza poco soddisfacente.

Consiglierei Outlier.ai ad altri?

Probabilmente no, a meno che non si abbia davvero molto tempo libero e si sia consapevoli delle difficoltà che si possono incontrare. Il consiglio principale per chiunque stia considerando di lavorare con Outlier.ai è quello di fare attenzione: leggere le recensioni, essere consapevoli dei costi non pagati (come il tempo di formazione), e non avere aspettative troppo elevate sui guadagni o la frequenza dei task.

Come potrebbe migliorare Outlier.ai?

Prima di tutto, dovrebbe essere più trasparente con i suoi lavoratori, fornire feedback costruttivi e dare più stabilità nelle assegnazioni dei task. Migliorare la comunicazione e assicurarsi che le aspettative sui pagamenti siano chiare sin dall’inizio potrebbe fare una grande differenza nell’esperienza complessiva dei lavoratori.

Outlier è una truffa?

Outlier.ai non è probabilmente una truffa, come molti online sostengono, ma risulta essere estremamente disorganizzato nella sua gestione e poco trasparente nella comunicazione con i lavoratori. La mancanza di progetti disponibili potrebbe portare alcuni utenti a scrivere recensioni negative, alimentando la percezione di inaffidabilità della piattaforma. Tuttavia, ciò che appare davvero sospetto è il continuo inserimento di nuove persone nella piattaforma, senza un reale bisogno e senza alcun filtro sulla selezione, il che fa sorgere qualche dubbio sulla necessità effettiva di nuovi collaboratori.

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