Mamonas Assasinas, la band brasiliana che aveva previsto la propria morte

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Mamonas Assasinas,la band brasiliana che aveva previsto la propria morte

Il destino, a volte, si diverte a giocare con la vita degli uomini. Sa costruire in pochi mesi un sogno collettivo, trasformare un gruppo di ragazzi di periferia in idoli nazionali, per poi spegnere tutto all’improvviso, lasciando un vuoto che non si colmerà mai.

È la storia dei Mamonas Assassinas, la band brasiliana che in meno di un anno conquistò un intero paese con la sua irriverenza, le parodie geniali e l’energia travolgente. Una carriera meteoritica, accesa come un fuoco d’artificio e svanita nella notte del 2 marzo 1996, quando un aereo si schiantò contro la Serra da Cantareira portando via per sempre i cinque ragazzi di Guarulhos.

Le origini: la band Utopia (1989–1994)

Tutto comincia a Guarulhos, alla fine degli anni ’80, quando i fratelli Samuel e Sérgio Reoli, insieme al chitarrista Bento Hinoto, decidono di fondare una band: si chiamerà Utopia. Il repertorio è fatto soprattutto di cover, spaziando dal rock brasiliano dei Legião Urbana e dei Titãs fino ai giganti internazionali come Rush e Iron Maiden. Ma, nonostante l’impegno, il riscontro è scarso: Utopia resta una piccola realtà locale.

Nel 1992 incidono persino un LP autoprodotto, ma le vendite sono disastrose: appena un centinaio di copie, forse duecento al massimo. Eppure, un dettaglio non passa inosservato: quando si lasciano andare a pezzi ironici e parodici, il pubblico si diverte di più. Lì, nascosta tra risate e improvvisazioni, c’è già la scintilla di quello che diventeranno.

La svolta arriva nel 1994, quando registrano una demo con due brani che segnano la rottura definitiva con il passato: “Mina (Minha Pitchulinha)”, che diventerà in seguito la celebre Pelados em Santos, e “Robocop Gay”. In studio c’è anche il produttore Rick Bonadio, che resta folgorato dal loro talento comico e li spinge ad abbandonare per sempre il tono serioso delle origini.

È in quel momento che nasce l’idea di un nuovo nome e di un nuovo stile. Si scherza su diverse possibilità – Um Rapá da Zé, Tangas Vermelhas, Coraçõezinhos Apertados, Os Cangaceiros de Teu Pai – finché Samuel non tira fuori una proposta che fa ridere tutti: “Mamonas Assassinas do Espaço”, presto ridotto al più immediato Mamonas Assassinas. Con il nome cambia anche l’immagine: via i panni da rock band tradizionale, dentro costumi esagerati, atteggiamenti caricaturali e un gusto teatrale che li renderà unici.

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Genere musicale e stile

Con la trasformazione in Mamonas Assassinas, il loro linguaggio musicale diventa un vero e proprio comedy rock, capace di mescolare senza pudore elementi diversissimi. Nei loro brani si passa dal forró al sertanejo, dal pagode all’heavy metal, fino a inserire melodie tipiche della musica messicana o citazioni dirette come il celebre motivo del “Vira” portoghese. Tutto è filtrato da un’ironia spietata, battute al limite del grottesco, giochi di parole e parodie che scardinano ogni convenzione.

Ma non è solo la musica a definire la loro identità: anche il lato visivo è parte integrante dello spettacolo. I Mamonas si presentano sul palco con costumi kitsch e surreali, travestimenti che richiamano i cartoni animati, personaggi della cultura popolare brasiliana e persino l’eroe comico Chapulín Colorado. La loro estetica, volutamente esagerata e caricaturale, amplifica la comicità delle canzoni e trasforma ogni concerto in un’esperienza teatrale, tanto folle quanto irresistibile.

Il successo lampo (1995–1996)

Il 23 giugno 1995 esce l’album d’esordio, semplicemente intitolato “Mamonas Assassinas”. Nessuno poteva immaginare l’effetto che avrebbe avuto: nel giro di poche settimane il disco esplode, vendendo milioni di copie e trasformandosi in uno dei più grandi successi della storia della musica brasiliana. In un paese attraversato da crisi economiche e sociali, le canzoni dei Mamonas diventano una valvola di sfogo collettiva, capaci di unire adolescenti, adulti e persino famiglie intere davanti alla TV o alla radio.

Brani come “Pelados em Santos”, “Vira-Vira”, “Robocop Gay” e “Mundo Animal” non sono solo hit: diventano fenomeni culturali, canticchiati ovunque e riprodotti ossessivamente nelle radio. Pelados em Santos, in particolare, arriva tra i brani più trasmessi dell’anno, consacrando la band come il nuovo volto della musica popolare brasiliana.

Il successo non si limita alle vendite: i Mamonas diventano un vero e proprio fenomeno da palcoscenico. Arrivano a fare fino a quattro concerti in un solo giorno e fino a sette alla settimana, riempiendo palazzetti e piazze in ogni angolo del Brasile. La loro energia sembra inesauribile, il pubblico li accoglie come rockstar, eppure la loro cifra rimane la stessa: la voglia di ridere di tutto, senza prendersi mai troppo sul serio.

In meno di un anno, i ragazzi di Guarulhos passano da band semi-sconosciuta a icone nazionali. Un’ascesa vertiginosa, tanto rapida da sembrare quasi irreale: proprio per questo, il destino stava preparando la sua beffa più crudele.

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Roberto Leal – Un legame inaspettato

Per capire il successo dei Mamonas Assassinas bisogna guardare anche oltre i confini del Brasile. Una delle loro canzoni più celebri, “Vira-Vira”, affonda infatti le radici nella tradizione portoghese ed è ispirata a brani del cantante Roberto Leal.

Leal, nato in Portogallo e trasferitosi in Brasile da giovane, era già una figura amatissima della musica popolare lusitana. Con i suoi ritmi festosi e ballabili, come il celebre “Arrebita”, aveva portato in Brasile l’energia del vira, una danza folklorica portoghese. Per molti emigranti, la sua musica rappresentava un ponte con la terra d’origine.

I Mamonas decisero di prendere quelle sonorità tradizionali e di trasformarle in chiave comica: così nacque Vira-Vira, una parodia scatenata che mescolava ironia e ritmo irresistibile. Invece di offendersi, Roberto Leal accolse la reinterpretazione con entusiasmo: raccontò che i suoi avvocati gli avevano suggerito di denunciare la band per plagio, ma lui preferì ringraziarli, riconoscendo che lo avevano fatto conoscere a una nuova generazione. “Diventammo amici” – ricordò in seguito – “perché loro mi avevano reso omaggio con il loro modo irriverente di fare musica”.

La stima reciproca si trasformò in un legame personale: durante un incontro dietro le quinte di un programma televisivo, Dinho, il frontman dei Mamonas, spiegò a Leal che Vira-Vira non voleva essere una presa in giro, ma un atto di affetto verso la sua musica.

Dopo la tragedia del 2 marzo 1996, che pose fine alla carriera della band, Roberto Leal decise di render loro omaggio componendo “A Festa Ainda Pode Ser Bonita”, un brano scritto in pochi minuti ma pubblicato soltanto anni dopo, quando il dolore collettivo si era attenuato. Nei suoi concerti, Leal ricordava spesso i Mamonas, proiettando immagini della band e suonando i loro brani davanti ai familiari presenti in sala.

Così, quello che era nato come una parodia divertita si trasformò in un ponte culturale tra Brasile e Portogallo, e in una testimonianza di amicizia artistica che sopravvisse alla tragedia.

La morte tragica e le premonizioni

Il 2 marzo 1996 segna la fine improvvisa e straziante della favola dei Mamonas Assassinas. Dopo un concerto trionfale a Brasília, la band stava tornando a Guarulhos per qualche ora di riposo, prima di partire per il loro primo tour internazionale in Portogallo. Il destino, però, aveva altri piani.

Alle 23:16, il loro Learjet 25 si schiantò contro la Serra da Cantareira, a pochi chilometri da San Paolo. Non ci furono sopravvissuti: persero la vita i cinque membri del gruppo, il pilota, il copilota, il bodyguard e Isac Souto, cugino del frontman Dinho e parte dello staff tecnico. L’impatto fu devastante e l’intero Brasile si risvegliò il giorno dopo in uno stato di incredulità e lutto.

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A rendere la tragedia ancora più inquietante ci fu un dettaglio che emerse subito dopo: Júlio Rasec, il tastierista, aveva raccontato la sera prima a un amico parrucchiere di aver fatto un sogno terribile in cui un aereo precipitava. Quella giornata, dissero i presenti, appariva visibilmente nervoso e insolito, quasi presago. Il video di quell’intervista improvvisata, registrata proprio nel salone, divenne virale nelle settimane seguenti e fu ripreso in vari documentari, alimentando la sensazione di un destino beffardo che aveva lasciato strani segni prima di colpire.

Il Brasile, che aveva accolto i Mamonas come un fenomeno unico e irripetibile, rimase senza parole: in meno di due anni erano passati dall’anonimato all’apice della gloria, per poi essere strappati alla vita all’improvviso.

Eredità e commemorazioni

La carriera dei Mamonas Assassinas, sebbene durata appena nove mesi tra giugno 1995 e marzo 1996, è rimasta impressa nella storia della musica brasiliana come un fenomeno meteoritico: un’esplosione di talento e comicità che conquistò il paese in tempi incredibilmente rapidi.

L’impatto emotivo della loro scomparsa fu enorme, amplificato dal fatto che avvenne poco tempo dopo la morte di Ayrton Senna nel 1994. Per il Brasile fu un lutto collettivo, vissuto con intensità e rimasto vivo nella memoria popolare: interi quartieri, città e comunità cantarono, piansero e celebrarono i loro ricordi.

Dopo la tragedia, la musica dei Mamonas non si fermò: furono pubblicati album postumi come “Atenção, Creuzebek: a Baixaria Continua!” (1998), “Ao Vivo em Valinhos” (2002), “Mamonas Ao Vivo” (2006), e raccolte come “One: 16 Hits” (2009) e “Pelados em Santos” (2011). Ogni pubblicazione servì a mantenere viva la loro energia travolgente e il loro spirito dissacrante.

La loro storia continuò a vivere anche a teatro: dal 2016, il musical “O Musical Mamonas” porta in scena la loro vita, i concerti e l’irriverenza che li rese celebri, toccando il cuore di nuove generazioni in tutta la Brasile.

Più di recente, nel 2023, è uscito il film biografico “Mamonas Assassinas: O Filme”, che racconta la loro rapida ascesa e il tragico finale. Uscito il 28 dicembre, ha incassato circa R$3,8 milioni nella prima settimana, dimostrando quanto il mito dei Mamonas continui a catturare l’immaginario collettivo. Una serie TV basata sul film è già prevista, pronta a proseguire la celebrazione della loro musica e della loro storia.

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