La mafia delle vongole del Tago

La recente introduzione delle vongole portoghesi in Italia, in risposta all’invasione del granchio blu nel Mediterraneo, ha riacceso l’attenzione su un tema poco noto ma preoccupante: la mafia delle vongole in Portogallo.
Questo fenomeno è particolarmente diffuso lungo il fiume Tago, dove la raccolta illegale di vongole, spesso chiamate “amêijoas japónicas” in portoghese, ha raggiunto proporzioni allarmanti.

La raccolta illegale delle vongole nel Tago
Ogni giorno, decine di raccoglitori non autorizzati si dedicano alla raccolta di queste vongole, una specie molto apprezzata nel mercato. In condizioni precarie e spesso al riparo dalle autorità, questi lavoratori si immergono nelle acque del Tago per estrarre tonnellate di molluschi, utilizzando strumenti rudimentali e operando anche di notte.
Numeri chiave: quantità e guadagni
Le stime indicano che ogni giorno vengono prelevate illegalmente circa 10 tonnellate di vongole, alimentando un mercato nero che genera guadagni significativi, arrivando fino a decine di migliaia di euro quotidianamente. Questo traffico illecito coinvolge non solo i raccoglitori, ma anche intermediari e commercianti, creando una rete strutturata che può essere definita una vera e propria organizzazione criminale.
Le conseguenze sociali e ambientali
Oltre all’impatto economico, questo fenomeno ha gravi ripercussioni sociali e ambientali. L’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali mette a rischio l’equilibrio ecologico del fiume, mentre le comunità locali sono sempre più divise tra chi tenta di rispettare le regole e chi, per necessità o guadagno, si unisce a questa rete illegale.
Chi sono i raccoglitori?
La maggior parte dei raccoglitori di vongole nel fiume Tago proviene da immigrati dell’Asia e dell’Europa dell’Est. Questi lavoratori, spesso privi di alternative, accettano condizioni di lavoro estremamente dure. Il lavoro è fisicamente impegnativo e pericoloso, con orari che possono arrivare a 10-12 ore al giorno, spesso di notte, per evitare i controlli delle autorità. Nonostante i grandi profitti generati dal commercio illegale di vongole, i raccoglitori guadagnano una piccola parte rispetto a quanto incassano i trafficanti.
I metodi di raccolta illegale
Le tecniche utilizzate nella raccolta illegale variano a seconda delle risorse e delle competenze dei raccoglitori. La raccolta manuale è il metodo più comune, considerato meno invasivo per l’ambiente, ma richiede uno sforzo fisico notevole. La raccolta con barche a motore, invece, permette di estrarre grandi quantità di vongole in tempi più rapidi, ma ha un impatto devastante sull’ecosistema del Tago, distruggendo il fondale marino e minacciando altre specie acquatiche. Infine, i mergulhadores (subacquei) utilizzano bottiglie di ossigeno per raggiungere le vongole più grandi e profonde, in una tecnica più sofisticata ma altrettanto illegale.
Impatto ambientale
L’inquinamento del fiume Tago è uno degli effetti più preoccupanti della raccolta illegale delle vongole. Durante l’estrazione, i fondali vengono disturbati, rilasciando metalli pesanti e altri contaminanti che si erano depositati nel corso degli anni. Questo non solo compromette la qualità dell’acqua, ma mette a rischio la salute di chi consuma queste vongole. Inoltre, le tecniche di arrasto (dragging), utilizzate per raccogliere più velocemente grandi quantità di vongole, hanno un impatto devastante sulla biodiversità locale, distruggendo habitat naturali e mettendo in pericolo altre specie acquatiche che popolano il fiume.
Le autorità contro la mafia delle vongole
La Polizia Marittima è costantemente impegnata nel cercare di fermare questa industria illegale, conducendo frequenti operazioni di pattugliamento e sequestro di attrezzature. Tuttavia, il fenomeno è difficile da contrastare in modo efficace a causa delle limitazioni legali. Le raccolte illegali sono spesso considerate semplici infrazioni amministrative, e le multe comminate ai trasgressori sono raramente abbastanza elevate da dissuadere i coinvolti. Inoltre, le risorse delle autorità sono limitate, con una mancanza di forze sufficienti per monitorare costantemente il vasto fiume e prevenire l’attività illegale, che continua a prosperare ai margini della legalità.
Proposte per una soluzione
Una possibile soluzione potrebbe essere la legalizzazione dell’industria delle vongole accompagnata da un piano governativo per la costruzione di impianti di depurazione. In questo modo, le vongole raccolte potrebbero essere trattate adeguatamente prima di essere messe in commercio, garantendo sia la sicurezza alimentare che la conformità legale. Questo approccio potrebbe trasformare l’attuale industria illegale in una filiera regolarizzata, portando benefici economici e riducendo le attività criminali.
Parallelamente, è cruciale promuovere pratiche di sostenibilità e adottare misure di protezione ambientale per preservare l’ecosistema del fiume Tago. Una gestione più oculata delle risorse naturali e l’introduzione di tecniche di raccolta meno invasive potrebbero contribuire a ridurre i danni all’ambiente. Inoltre, migliorare le condizioni di vita dei raccoglitori, attraverso salari equi e condizioni di lavoro sicure, potrebbe fornire un ulteriore incentivo per allontanarsi dalle pratiche illegali.