“Diritto alla disconnessione” in Portogallo e in Europa

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Portogallo: un modello avanzato di tutela

Il Portogallo ha una delle normative più avanzate sul “diritto alla disconnessione“. Dal 2021, la legge vieta ai datori di lavoro di contattare i dipendenti fuori orario, salvo emergenze. Le aziende che violano questa regola rischiano multe significative.

Il Portogallo tutela anche lo smart working. Le aziende devono coprire le spese per elettricità e internet e garantire momenti di socializzazione tra dipendenti. Inoltre, devono adottare misure per proteggere la salute mentale dei lavoratori.

Questa legge risponde all’esigenza di un migliore equilibrio tra vita lavorativa e privata, evitando pressioni indebite sui dipendenti.

“Diritto alla disconnessione” negli altri Paesi europei

Francia: il primo Paese a legiferare

La Francia è stata pioniera nell’introdurre questo diritto già nel 2017. La normativa impone alle aziende con più di 50 dipendenti di negoziare accordi per limitare le comunicazioni fuori orario. Sebbene non preveda sanzioni, molte aziende hanno adottato policy per regolamentare le comunicazioni lavorative.

Italia: evoluzione e nuove misure in discussione

L’Italia ha riconosciuto formalmente il “diritto alla disconnessione” con la legge sul “lavoro agile”. La legge di Bilancio 2022 lo ha rafforzato, prevedendo accordi specifici tra datore di lavoro e dipendente. Tuttavia, l’applicazione resta incerta, poiché dipende da trattative individuali tra aziende e lavoratori.

Un nuovo disegno di legge in Senato propone di superare questi limiti con nuove regole per le aziende con più di 15 dipendenti. Il testo prevede almeno 12 ore di riposo tra i turni, il divieto di contatti fuori orario e multe fino a 3.000 euro per le aziende che non rispettano il “diritto alla disconnessione”.

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Spagna: una legge chiara dal 2022

Dal 2022, la Spagna garantisce il “diritto alla disconnessione” sia nel settore pubblico che in quello privato. Le aziende devono stabilire regolamenti interni per impedire ai lavoratori di ricevere comunicazioni lavorative fuori orario.

Germania: policy aziendali senza legge nazionale

La Germania non ha una legge specifica sul “diritto alla disconnessione”, ma molte aziende hanno adottato policy interne. Volkswagen limita l’invio di email fuori orario, mentre Daimler cancella automaticamente le email ricevute durante le ferie.

Belgio: nuove regole dal 2022

Dal 2022, il Belgio riconosce il “diritto alla disconnessione” ai dipendenti pubblici. Dal 2023, la normativa si estende alle aziende private con più di 20 dipendenti, che devono garantire che i lavoratori non siano disturbati fuori orario.

Altri Paesi europei

  • Paesi Bassi: Discussioni in corso per introdurre il “diritto alla disconnessione” nei contratti collettivi.
  • Irlanda: Dal 2021, un codice di condotta riconosce il diritto a non essere contattati fuori orario, anche se non è vincolante.
  • Austria: Alcune aziende hanno introdotto policy interne, ma non esiste una legge nazionale.

Unione Europea e prospettive future sul “diritto alla disconnessione”

L’Unione Europea sta discutendo una regolamentazione uniforme per tutti gli Stati membri. Nel 2021, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che ha chiesto alla Commissione Europea di legiferare sul “diritto alla disconnessione”. Da allora, ci sono stati diversi passaggi con le parti sociali a livello europeo. La Commissione Europea ha avviato negoziazioni e consultazioni con sindacati e rappresentanti datoriali per valutare l’adozione di una direttiva sul “diritto alla disconnessione”. Queste consultazioni sono iniziate nell’aprile del 2024 e si sono concluse a gennaio 2025.

Con lo smart working in crescita e l’uso delle tecnologie digitali sempre più diffuso, il “diritto alla disconnessione” è destinato a diventare un elemento chiave del lavoro del futuro.

Author

  • Residente a Lisbona dal 2020, laureato in internazionalizzazione delle relazioni commerciali, ha viaggiato moltissimo negli ultimo anni usufruendo di 4 Erasmus universitari, 1 ESC (volontariato all'Estero) e ben 14 progetti di breve durata Erasmus Youth. Dopo aver vissuto in 5 differenti Paesi europei, decide di trasferirsi definitivamente in Portogallo e crea la comunità di Italiani a Lisbona più attiva della città. Punto di contatto e di riferimento per gli expat, vecchi e nuovi, che vivono nella capitale portoghese.

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