Berlusconi punta al Portogallo: MFE vuole entrare nel gruppo Impresa

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C’è chi lo definisce l’ultimo grande sogno europeo di Berlusconi: trasformare la televisione di famiglia, nata come Mediaset, in un vero campione continentale dei media. Non è più tempo di reti chiuse nei propri confini nazionali: oggi la sfida si gioca contro Netflix, Amazon Prime e Disney+, giganti globali che macinano abbonati e pubblicità. Per resistere, serve una dimensione europea e la famiglia Berlusconi punta adesso al Portogallo.

Negli ultimi anni infatti il gruppo MediaForEurope (MFE), controllato dalla famiglia Berlusconi, ha intrapreso una decisa strategia di espansione a livello continentale. L’obiettivo dichiarato è quello di costruire un grande polo mediatico europeo capace di competere con i colossi dello streaming globale e di resistere a una fase di forte crisi economica che colpisce i media tradizionali. Le operazioni di acquisizione e fusione non sono solo manovre finanziarie, ma rispondono alla necessità di dare dimensione, peso e solidità a un settore sempre più esposto alla concorrenza internazionale e alla frammentazione digitale.

In questo quadro si inseriscono diversi capitoli cruciali: le trattative in corso in Portogallo per l’ingresso nel gruppo Impresa; l’operazione in Germania con il controllo di ProSiebenSat.1; la presenza consolidata in Spagna con Mediaset España; e infine il caso francese con Vivendi, un progetto ambizioso che avrebbe dovuto creare un “Netflix europeo”, ma che si è invece concluso con uno scontro legale e il fallimento dell’alleanza.

Chi sono i protagonisti della trattativa

MediaForEurope (MFE) / Gruppo Berlusconi

Proprietà, struttura e visione strategica
MediaForEurope (MFE), erede di Mediaset, è oggi controllato al 75% dalla famiglia Berlusconi tramite la holding Fininvest. Alla guida c’è Pier Silvio Berlusconi, che porta avanti l’ambizione del padre Silvio: trasformare il gruppo in un aggregatore europeo dei media, capace di competere con i giganti globali dello streaming.
L’obiettivo è costruire un polo paneuropeo forte sia nel broadcasting tradizionale che nel digitale, superando i limiti del mercato nazionale e sfruttando le sinergie di scala nella produzione e distribuzione di contenuti.

Le attività attuali

  • Italia: i canali storici (Canale 5, Italia 1, Rete 4), radio, case di produzione e piattaforme digitali integrate.
  • Spagna: controllo di Mediaset España, con i generalisti Telecinco e Cuatro, cinque canali tematici e le piattaforme digitali Mitele e MitelePlus.
  • Germania: acquisizione progressiva di quote di ProSiebenSat.1, fino a diventarne l’azionista di riferimento, con l’idea di rafforzare l’asse Sud-Nord europeo.

Dopo l’attività nazionale, il mercato spagnolo e una fetta di quello tedesco, il gruppo Berlusconi punta al Portogallo garantendo a pieno la sua presenza nella penisola iberica.


Impresa (Portogallo)

Un gruppo storico dei media lusitani
Fondato nel 1972 da Francisco Pinto Balsemão, ex primo ministro e figura chiave della politica e del giornalismo portoghese, Impresa è uno dei pilastri dell’informazione in Portogallo. Il gruppo controlla:

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I conti in rosso
Negli ultimi anni Impresa ha accumulato perdite e debiti crescenti:

  • 2024: perdita di 66,2 milioni di euro, con svalutazioni pesanti sul ramo televisivo e digitale.
  • Primo semestre 2025: perdita di 5,1 milioni (+27% rispetto al 2024).
  • Debito: in aumento da 107 milioni (2022) a 148 milioni (2025).
    Tentativi di vendere la sede di Oeiras per ridurre il debito non sono andati a buon fine, segnalando forti difficoltà finanziarie.

La famiglia Balsemão
Il fondatore ha sempre difeso l’autonomia del gruppo e si è opposto alla cessione di una quota di controllo, considerata una rinuncia all’indipendenza editoriale. Oggi, però, la crisi finanziaria costringe a valutare scenari prima impensabili: la trattativa con MFE potrebbe trasformare la famiglia Balsemão da azionista di riferimento a socio di minoranza, segnando la fine di un’epoca per i media portoghesi.

Espansione tedesca: ProSiebenSat.1

Nel 2025 MediaForEurope (MFE) ha compiuto una delle sue mosse più importanti a livello europeo: l’acquisizione di circa il 75,6% del capitale di ProSiebenSat.1, il principale gruppo televisivo commerciale tedesco, tramite Offerta Pubblica di Acquisto (OPA). Con questa operazione, MFE è diventato socio di controllo di uno dei player chiave nel mercato televisivo germanofono.

L’operazione risponde a obiettivi strategici chiari: rafforzare la presenza di MFE in uno dei mercati pubblicitari più ricchi d’Europa, creare sinergie tra produzioni televisive e piattaforme digitali e costruire un vero e proprio network paneuropeo. ProSiebenSat.1 rappresenta così un tassello fondamentale nel progetto di Pier Silvio Berlusconi di diventare un aggregatore europeo dei media, presente nei principali mercati linguistici del continente.

Tuttavia, l’acquisizione ha sollevato alcune criticità. In Germania sono emerse preoccupazioni sull’indipendenza editoriale dei canali, sulla sovranità nazionale in materia di media e sulla necessità di garantire il pluralismo dell’informazione, temi che hanno attirato l’attenzione delle autorità di regolamentazione tedesche. L’operazione, pur strategicamente rilevante, evidenzia quindi le difficoltà e le sensibilità che accompagnano le acquisizioni transnazionali nel settore dei media.

Mediaset España: la fondazione e l’integrazione in MFE

Nel 1989, Silvio Berlusconi ha avuto un ruolo determinante nella creazione di Mediaset España, allora conosciuta come Gestevisión Telecinco. La sua azienda, Reti Televisive Italiane (RTI), ha acquisito una partecipazione del 25% nel capitale di Gestevisión, segnando l’ingresso del gruppo Mediaset nel mercato televisivo spagnolo. Questa mossa rifletteva la sua visione di espandere la presenza del gruppo oltre i confini italiani, entrando in un mercato europeo strategico.

Nel corso degli anni, Mediaset España è cresciuta consolidandosi come uno dei principali gruppi televisivi in Spagna, con canali di successo come Telecinco e Cuatro, e una forte presenza nel settore digitale. Questa espansione ha permesso al gruppo di diversificare le sue attività e di rafforzare la sua posizione nel panorama mediatico europeo.

Nel 2022, Pier Silvio Berlusconi ha promosso un’operazione strategica per consolidare ulteriormente la posizione di Mediaset España: un’Offerta Pubblica di Acquisto (OPA) che ha portato MFE a detenere circa l’83% del capitale sociale della filiale spagnola. Questa mossa ha segnato un passo significativo verso la creazione di un gruppo paneuropeo, integrando più strettamente le operazioni italiane e spagnole.

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La fusione tra Mediaset Italia e Mediaset España ha avuto obiettivi chiari:

  • Maggiore scala: unendo le operazioni italiane e spagnole, MFE ha potuto ottimizzare costi e risorse, rafforzando la capacità di investimento in contenuti e tecnologie.
  • Competizione nel mercato pubblicitario e digitale: la fusione ha aumentato il peso contrattuale del gruppo nei confronti degli inserzionisti e migliorato la presenza nel digitale, anche attraverso piattaforme come Mitele e MitelePlus.
  • Rafforzamento internazionale: la creazione di un gruppo integrato ha rappresentato un passo cruciale per la strategia di diventare un player paneuropeo, capace di competere con i giganti globali dello streaming e con i media nazionali di altri Paesi europei.

La fusione Italia-Spagna è quindi un esempio di come MFE stia cercando di consolidare il proprio ruolo di protagonista nel panorama mediatico europeo, creando sinergie operative e rafforzando il posizionamento commerciale e digitale del gruppo.

Francia: il caso Vivendi e il fallimento dell’espansione di Mediaset

La prima incursione di Mediaset in Francia: La Cinq

Negli anni ’80, Silvio Berlusconi tentò la sua prima espansione internazionale in Francia con il canale La Cinq, lanciato nel 1986. Nonostante l’iniziale entusiasmo e una copertura territoriale che raggiunse l’80% nel 1992, il progetto si rivelò economicamente insostenibile. Il canale accumulò ingenti perdite e, nonostante vari tentativi di aumentare il capitale, chiuse definitivamente nel 1992, segnando un fallimento significativo per Mediaset in Francia.

Il tentativo di alleanza con Vivendi

Nel 2016, Mediaset cercò di rinnovare la sua strategia in Francia attraverso un accordo con il gruppo francese Vivendi, guidato da Vincent Bolloré. L’intento era quello di creare un polo televisivo europeo integrato, combinando le forze di Mediaset e Vivendi per competere con i giganti dello streaming. Tuttavia, l’accordo fallì quando Vivendi non rispettò gli impegni presi, tra cui l’acquisto di Mediaset Premium, e iniziò a accumulare azioni di Mediaset, arrivando a detenere una quota significativa del capitale.

La battaglia legale e la “pace armata”

Il conflitto tra Mediaset e Vivendi sfociò in una lunga battaglia legale. Nel 2021, le due aziende raggiunsero un accordo che prevedeva la vendita graduale della quota di Mediaset detenuta da Vivendi, con l’impegno di Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi, ad acquistare le azioni non vendute. Questo accordo pose fine a un conflitto durato anni, ma non risolse le tensioni sottostanti tra i due gruppi.

Le ragioni dell’interesse e degli spingenti comuni

Il progetto di MediaForEurope (MFE) nasce da un bisogno chiaro: ottenere scala sufficiente per competere con i giganti digitali e dello streaming, come Netflix, Amazon Prime e Disney+. Il mercato nazionale da solo non basta più, e solo un gruppo paneuropeo può garantire la forza contrattuale e la visibilità necessarie.

A guidare l’espansione ci sono diverse leve strategiche: le sinergie tra contenuti, digitale, pubblicità e costi di produzione permettono di ottimizzare le risorse e di aumentare i margini. La volontà è creare un vero e proprio player paneuropeo, con presenza in mercati strategici come Italia, Spagna, Germania e, in prospettiva, altri Paesi chiave.

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L’espansione offre anche opportunità finanziarie importanti: acquisire aziende in difficoltà come Impresa in Portogallo consente di entrare in nuovi mercati a prezzi vantaggiosi; le piattaforme digitali rappresentano “bottini” strategici per conquistare pubblico e aumentare ricavi; e l’integrazione di più mercati amplia la portata commerciale del gruppo.


Sfide, rischi e fattori critici

Nonostante le opportunità, il progetto europeo di MFE è pieno di sfide. La situazione economica fragile di alcune aziende target, come Impresa, aumenta il rischio finanziario. Gli ostacoli normativi sono concreti: la tutela del pluralismo, i limiti previsti dalle leggi nazionali e le verifiche delle autorità antitrust europee possono rallentare o bloccare operazioni.

Le questioni di governance e potere rappresentano un altro elemento critico: il passato francese mostra chiaramente che senza accordi ben strutturati possono nascere conflitti interni, battaglie legali e tensioni tra azionisti. La resistenza degli azionisti locali, l’opinione pubblica, i sindacati e i media locali possono rallentare le operazioni e complicare l’integrazione culturale e aziendale.

Infine, c’è il rischio reputazionale: se le promesse di innovazione e la strategia paneuropea non vengono realizzate, il gruppo può perdere credibilità, sia presso gli investitori che presso il pubblico, compromettendo la sua capacità di espansione futura.

Scenari futuri possibili

Se MediaForEurope (MFE) riuscisse a completare l’acquisizione di Impresa e a integrare pienamente i media portoghesi, il gruppo potrebbe costruire una filiera europea dei media sempre più forte, capace di operare con maggiore efficienza in più mercati e di competere con i grandi player internazionali.

Non è detto che l’espansione avvenga sempre tramite acquisizioni totali: scenari possibili includono alleanze strategiche, partecipazioni incrociate o operazioni miste, che permettono di entrare nei mercati riducendo i rischi finanziari e regolatori.

Le autorità europee e nazionali agiranno probabilmente per garantire il pluralismo e la concorrenza, e potrebbero introdurre nuove restrizioni o condizioni sulle operazioni di MFE, soprattutto nei mercati dove l’influenza dei media è particolarmente sensibile.

L’esperienza francese insegna che gli accordi trasparenti, la governance chiara e misure precauzionali sono fondamentali per evitare conflitti con azionisti locali e tensioni legali. Imparare dagli errori passati può ridurre i rischi di fallimenti simili a quelli di Mediaset in Francia.

Sul piano del mercato europeo, l’espansione di MFE contribuirebbe a una maggiore concentrazione dei media, aumentando il potere dei gruppi transnazionali e riducendo lo spazio per operatori più piccoli o locali. In chiave globale, questi movimenti servono a rafforzare la capacità europea di competere con gli Stati Uniti, con le piattaforme di streaming e con i giganti tecnologici, dove la dimensione e la portata internazionale fanno la differenza.

Ci sono anche implicazioni democratiche importanti: un gruppo paneuropeo potente può influenzare il pluralismo, l’indipendenza dei media e il controllo editoriale. Garantire che il consolidamento non comprometta la varietà di voci nel panorama mediatico sarà una delle sfide principali dei prossimi anni.

Authors

  • Alan De Ambrogi autore Portogallo lisbona magazine

    Residente a Lisbona dal 2020, laureato in marketing, coniuga la sua passione per i viaggi con l'amore per la scoperta di nuove culture. La sua penna trasmette esperienze uniche e riflessioni ispirate dai luoghi che esplora.

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  • Residente a Lisbona dal 2020, laureato in internazionalizzazione delle relazioni commerciali, ha viaggiato moltissimo negli ultimo anni usufruendo di 4 Erasmus universitari, 1 ESC (volontariato all'Estero) e ben 14 progetti di breve durata Erasmus Youth. Dopo aver vissuto in 5 differenti Paesi europei, decide di trasferirsi definitivamente in Portogallo e crea la comunità di Italiani a Lisbona più attiva della città. Punto di contatto e di riferimento per gli expat, vecchi e nuovi, che vivono nella capitale portoghese.

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