In Brasile hanno iniziato a chiamare il Portogallo “Guiana Brasiliana” e i portoghesi non l’hanno presa bene

Negli ultimi giorni, un nuovo meme virale ha infiammato i social media tra Portogallo e Brasile, mettendo in luce – con ironia e qualche polemica – le tensioni culturali mai del tutto sopite tra ex colonia ed ex metropoli. Tutto è iniziato da una semplice pubblicazione del club spagnolo Barcellona, che ha avuto conseguenze inaspettate: la nascita della “Guiana Brasiliana”.
Come il meme della Guiana Brasileira ha creato un dissing tra Portogallo e Brasile
L’origine del meme: una giocatrice e una parola
Il 12 novembre 2024, il Barcellona annuncia l’ingaggio della calciatrice portoghese Kika Nazareth. Nulla di strano, se non fosse che il post ufficiale – pubblicato su X (ex Twitter) – utilizzava l’espressione brasiliana “Fala, galera!” (in italiano: “Ciao, gente!”). Una frase comune in Brasile, ma poco usata – e talvolta malvista – in Portogallo.
La scelta del tono informale e tipicamente brasiliano ha scatenato la reazione di alcune frange più nazionaliste del web portoghese, tra cui il profilo della Resistência Lusitana, che ha chiesto chiarimenti al club spagnolo. Da lì, la miccia si è accesa.
La “recolonizzazione” al contrario
In poche ore, TikTok, Twitter e altre piattaforme sono stati invasi da video, meme e battute che descrivono il Portogallo come una nuova provincia del Brasile.
Lisbona? Ribattezzata “Vitória da Reconquista” o “Faixa de Gajos”. Il Portogallo? Il 28º stato della federazione brasiliana. Il linguaggio? Addio al “portoghese arcaico”, largo al “brasileiro”.
Le reazioni: tra ironia e indignazione
Molti portoghesi hanno accolto l’ondata ironica con sportività, riconoscendo la creatività brasiliana. Ma non tutti hanno apprezzato. Alcuni influencer e utenti lusitani hanno criticato la superficialità della satira, soprattutto per quanto riguarda il modo di parlare portoghese. La creator Bruna Filipa, inizialmente complice del gioco, ha poi espresso disagio: “Mi viene l’imbarazzo per loro”, ha commentato.
Un altro utente portoghese ha sottolineato un dettaglio spesso ignorato nel dibattito: “Molti brasiliani sognano di vivere in Europa, accedere all’euro e alla cittadinanza UE. Quindi tenetevi il Brasile, noi stiamo bene qui”.
Dalla satira alla realtà: lo spettro della xenofobia
Oltre il tono giocoso, alcuni brasiliani hanno colto l’occasione per denunciare un tema più serio: la discriminazione che spesso subiscono in Portogallo. Secondo la Comissão para a Igualdade e Contra a Discriminação Racial, nel 2021 sono state registrate 109 denunce di xenofobia contro cittadini brasiliani, con un aumento del 142% rispetto al 2018. Si parla di difficoltà nell’affittare casa, trovare lavoro o affrontare commenti offensivi sull’accento o provenienza.
Esiste davvero una Guiana Brasiliana?
La Guiana Brasileira è una denominazione storica che si riferisce all’attuale stato brasiliano dell’Amapá, situato nel nord del Paese, al confine con la Guyana Francese. Questa regione faceva parte dell’antica suddivisione coloniale delle Guiane, un’area strategica e ricca d’acqua nel nord del continente sudamericano.
Mentre le altre porzioni furono occupate da potenze come Francia, Paesi Bassi, Inghilterra e Spagna, la porzione portoghese fu incorporata nel Brasile durante il periodo coloniale. Dopo l’indipendenza del Brasile, la zona venne chiamata Guiana Brasileira fino alla sua piena integrazione come stato federato. Oggi, l’eredità storica e culturale di quel passato sopravvive nel mosaico etnico, linguistico e ambientale dell’Amapá.

Un meme può unire o dividere?
Il caso “Guiana Brasiliana” ci ricorda che, nel mondo iperconnesso di oggi, anche una battuta può scatenare dibattiti geopolitici, culturali e sociali. Se da un lato il meme ha suscitato risate e creatività, dall’altro ha rivelato tensioni latenti tra due popoli legati da una storia complessa, fatta di lingua comune ma visioni diverse.
E forse è proprio questa la vera lezione: i meme non sono solo passatempo. Possono essere specchi di realtà, riflettori puntati su questioni che spesso preferiamo ignorare.