Cittadinanza portoghese: tutto sulla petizione che cambia le regole

La cittadinanza portoghese potrebbe diventare più accessibile. Una nuova petizione ufficiale chiede di mantenere il requisito attuale: cinque anni di residenza legale.
Sembra poco? Eppure, è molto di più di quanto pensi.
Oggi si discute se iniziare a contare i cinque anni solo dopo la residenza permanente concessa dall’AIMA.
Questo significherebbe attendere dieci anni totali per richiedere la cittadinanza portoghese. La petizione si oppone a questa ipotesi.
Cosa cambia per chi vive in Portogallo?
La petizione riguarda tutti gli stranieri residenti nel Paese. I brasiliani sono i più coinvolti, essendo la comunità straniera più numerosa.
Ma anche migliaia di italiani sono interessati. Gli italiani residenti in Portogallo rappresentano la prima comunità dell’Unione Europea per numero.
Se vivi in Portogallo e sei straniero, questa petizione ti riguarda direttamente.
Perché conviene la cittadinanza portoghese anche per un italiano?
Anche se Italia e Portogallo sono entrambi Paesi dell’Unione Europea, ottenere la cittadinanza portoghese offre numerosi vantaggi pratici per un cittadino italiano:
- Non serve più passare per l’Ambasciata d’Italia a Lisbona per il rinnovo dei documenti.
- Il rinnovo si fa direttamente in Portogallo, presso enti pubblici locali.
- I costi dei rinnovi sono spesso inferiori rispetto a quelli praticati dall’Italia.
- È possibile avere un secondo passaporto, utile e perfettamente legale. L’Italia consente la doppia cittadinanza.
- Si acquisisce il diritto di voto alle elezioni nazionali portoghesi.
- Si sbloccano alcune funzionalità online che, anche con Chave Móvel Digital (CMD), a volte non funzionano per chi non è cittadino.
- Accesso più semplice ai servizi quotidiani, come sanità, banche, trasporti e sportelli pubblici.
- Partecipazione a concorsi pubblici e bandi, spesso riservati a cittadini portoghesi o con quote preferenziali.
- I figli nati o residenti in Portogallo acquisiscono la cittadinanza, con tutti i diritti connessi.
- Accesso all’istruzione con vantaggi economici, come rette ridotte o gratuite.
- Possibilità di ottenere borse di studio e sostegni alla formazione.
Un cittadino italiano in Portogallo può così vivere con meno burocrazia, più accesso e più diritti.
Chi ha lanciato l’iniziativa?
La petizione è stata ideata dall’avvocatessa luso-brasiliana Priscila Ferreira. È disponibile sul sito ufficiale del Parlamento.
SE VUOI LEGGERE E FIRMARE LA PETIZIONE CLICCA QUI:
Qual è lo stato attuale?
La petizione ha già superato le 1.000 firme. Questo traguardo consente la presentazione in Parlamento.
Con 2.500 firme, sarà discussa nelle commissioni parlamentari. Se raggiungerà 7.500 firme, il dibattito avverrà in plenaria, cioè davanti all’intero Parlamento.
È un passo fondamentale per il futuro della cittadinanza portoghese.
Perché firmare è importante?
Hai mai pensato quanto duri oggi un processo di regolarizzazione? In media, più di tre anni mentre dovrebbe durare in media 90 giorni lavorativi.
Nel frattempo, però, questi anni non contano per richiedere la cittadinanza portoghese. È una contraddizione evidente.
Una questione anche demografica
Perché la cittadinanza in tempi più brevi è importante? Priscila Ferreira spiega:
“Il Portogallo ha una popolazione sempre più anziana. L’età media è passata da 38 a 47 anni. Serve nuova forza lavoro.”
Nel 2023, gli immigrati erano 2,5 milioni. Oltre il 20% della popolazione totale. La popolazione cresce appena del 2% ogni anno.
“Negare la cittadinanza significa limitare la crescita del Paese. Rendere il processo più veloce lo rende invece più attrattivo.”
Un’opportunità da cogliere
La cittadinanza non è solo un documento. È riconoscimento, stabilità e accesso pieno alla vita nel Paese in cui si vive ogni giorno.
Chi risiede in Portogallo da anni, paga le tasse, lavora, studia e contribuisce alla società, merita regole chiare e tempi giusti.
Rendere più difficile l’accesso alla cittadinanza non rafforza lo Stato, ma rischia di escludere proprio chi già fa parte della sua realtà.
Mantenere i cinque anni di residenza legale come requisito non è solo logico. È una scelta di giustizia, buon senso e rispetto per chi ha già dimostrato di voler restare.
La petizione è un’occasione per dire: sì a un Portogallo moderno, aperto e coerente con i suoi valori democratici.